QUEL VENTO DI LIBERTÀ IN FATTORIA
Dopo i polli, dopo le galline, dopo le mucche, anche per i maialini soffia il vento della libertà. Per i primi, come già sappiamo, mai più la vita in batteria. Per le seconde si profila la definitiva chiusura della gabbia e il ritorno all’aia entro il 2020; e per le umili produttrici di carne e latte, l’oggi e il domani dev’essere il prato e non più il buio della stalla. Adesso è la volta dei porci. Per loro c’è una notizia strepitosa, ignorata finora dai grandi organi di informazione: mai più il taglio della coda ai suini appena nati! Già, forse non tutti i consumatori sanno che i maiali negli allevamenti intensivi hanno la discutibile abitudine di mordere la coda ai maialini neonati, la qual cosa oltre alle ferite gravi può provocare una crescita malsana dei soggetti colpiti. E dunque in Italia come altrove nel mondo si preferisce il colpo di forbici subito dopo il parto. Ma come si eviteranno d’ora in poi le morsicature nei centri d’allevamento? Su Il fatto
alimentare, online, la risposta degli esperti: migliorando l’ambiente, e cioè arredando le stalle con materiali da mordere, tipo corde, paglia, tronchi, «per dare la possibilità ai maiali di masticare gli oggetti». Gli allevatori dovranno poi «sostituire i pavimenti fessurati e dislocare le mangiatoie alle pareti. Così facendo il gruppo degli ospiti si distrae, gioca e diminuisce la conflittualità». Dunque possiamo credere che ai maialini verrà presto restituita la libertà del colpo di coda?