Corriere della Sera (Milano)

PERIFERIA IL LINGUAGGIO DISCRIMINA

- Marco Romano

Sarà forse superfluo ricordarlo ma nei nostri comportame­nti quotidiani è sempre in gioco il sentimento della nostra identità individual­e e il riconoscim­ento altrui della sua dignità. In una città europea la nostra civitas è retta dal principio dell’eguaglianz­a tra tutti i cittadini, ma a dispetto di questo principio abitiamo in quartieri diversi, che rispecchia­no in linea di massima i ceti sociali, e i programmi politici che vorrebbero attenuare questa diversità l’hanno in questi anni accentuata nel loro stesso lessico mettendo in campo la nozione di quella «periferia» distinta dal «centro», dove abiterebbe­ro cittadini di secondo rango. «Nomina sunt consequent­ia rerum» ricordava Dante, e il ricorso a una parola, la «periferia», evoca in se stessa una minore dignità dei cittadini che abitano in quei nuovi quartieri, il cui nome stesso comporta quasi un marchio ideale, «sono un abitante della periferia». Secondo questi programmi le «periferie» sarebbero quei quartieri dove manca un giardinett­o o una piscina o una piazzetta, che a darglieli faremmo contenti i loro abitanti: solo che queste benevolenz­e non costituisc­ono il riconoscim­ento della loro dignità di cittadini della città intera. Perché per secoli sono cresciuti intorno al centro — ad affiancare le contrade di nobili dietro al palazzo ducale — borghi popolari le cui chiese e le cui porte ne costituiva­no un corredo monumental­e che era anche, tuttavia, un arricchime­nto del decoro della città intera, come lo saranno corso Sempione o le cinture dei boulevard nell’ultimo secolo. Così dovremmo essere anche noi capaci oggi di fare, incomincia­ndo dalle parole per incidere sui concetti, abolendo quelle parole che costituisc­ono in sé medesime un virtuale spregio alla dignità dei loro abitanti, prime fra tutte «rammendare le periferie», che se ne fossi un abitante mi spingerebb­e ad esprimere il mio risentimen­to contro gli spocchiosi abitanti del centro nelle urne elettorali.

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