Eccesso di decibel Il 42% dei cittadini vive sopra i limiti
La mappa delle vie rumorose e delle proteste
Un milanese su cinque vive assediato dai decibel. E se si prende in considerazione la soglia che l’Oms raccomanda di non superare, la percentuale raddoppia. Il portale Hompel ha sviluppato una «mappa del rumore», isolato per isolato. Secondo l’analisi, il 42 per cento dei residenti è esposto a rumori superiori a 65 decibel di giorno (o 50 di notte). E il 22 per cento ne subisce addirittura più di 70 di giorno (o 60 di notte). «L’inquinamento acustico è sottovalutato, molto più di quello atmosferico», dice Giovanni Zambon, esperto della Bicocca.
Case assediate dai decibel, letteralmente funestate dal rumore, per un milanese su cinque. E se si prende in considerazione la soglia che l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di non superare per evitare danni alla salute, la percentuale di cittadini «troppo esposti» addirittura raddoppia. «L’allarmismo è inutile, ma l’inquinamento acustico è sottovalutato, a differenza di quello atmosferico», dice Giovanni Zambon, docente della Bicocca che ha appena avviato uno dei primi corsi ad hoc sul tema e, in collaborazione con il Comune, ha iniziato a monitorare i suoni della città. Una mappa dei decibel in tutti i quartieri viene invece da Homepal, portale per comprare e affittare case senza agenti immobiliari, che ha messo sotto la lente, a tappeto, anche i singoli isolati. «Abbiamo tenuto conto ad esempio che i piani più alti sono i più interessati dalle sorgenti di rumore lontane», spiega il fondatore Andrea Lacalamita. Secondo l’analisi, il 42 per cento dei residenti è esposto a rumori superiori a 65 decibel di giorno (o 50 di notte): ovvero, si trovano loro malgrado oltre i livelli di guardia indicati dall’Oms come potenzialmente dannosi (rischio di malattie cardiovascolari, ansia, disturbi del sonno, problemi di attenzione e cognitivi). Il 22 per cento ne subisce addirittura più di 70 di giorno (o 60 di notte): come vivere con la televisione ad alto volume sempre accesa. «Gli appartamenti si deprezzano anche di un quinto, per una differenza di 15 decibel nell’ambiente di sottofondo — fa notare Lacalamita —. Ci sono finestre con infissi efficaci che attutiscono in parte l’effetto. Ma d’estate?».
Il rumore è causato per l’80 per cento dal traffico e per il resto, in particolare di notte, dalla movida. Sulle mappe della ricerca di Homepal il colore rosso più scuro (soglia superata) è sulle circonvallazioni, vicino agli scali aeroportuali e ferroviari e lungo le principali arterie di traffico. Viale Fulvio Testi, via Palmanova, via Fermi sono tra le peggiori, tra pneumatici delle auto sempre più larghi, clacson e manto stradale con buche o dossi che fanno vibrare l’auto. Eppure bastano pochi metri di distanza per trovare livelli bassissimi, «da campagna». Per esempio dietro a viale Sarca, alla Maggiolina, o in via Arganini, zona Pratocentenaro, o in qualche angolo di Niguarda, prevale il verde. Così come in alcune parallele di corso Buenos Aires: i palazzi di quest’ultimo schermano, fanno da scudo. Abbattono gran parte dei decibel.
Quelle sono vere e proprie oasi, a sorpresa. Al contrario di alcune vie del centro — ad esempio via Spadari, via Moscova, via Ariosto, corso Garibaldi, corso di Porta Romana o piazza Wagner — dove invece si rilevano in media, di giorno, più di 70 decibel. Lì, per strada, è il fastidio. C’è poi la notte: «I limiti raccomandati scendono di 10 decibel ma il rumore effettivo diminuisce solo di 5 — nota ancora il fondatore del portale —. Alcune zone che di giorno sono nella norma si “accendono” di notte, per la movida».
Tipico l’esempio dell’Arco della Pace. «Mentre al traffico siamo in qualche modo assuefatti, neanche ce ne accorgiamo, anzi paradossalmente è l’assenza completa di rumore che ci suona in qualche modo strana — dice Zambon
Lo studio
È in aggiornamento la mappa sull’esposizione sonora cittadina, per ora ferma al 2013
—, i rumori antropici, il vociare o le urla, ci disturbano, lì si scatenano le proteste dei residenti e dei comitati di quartiere».
Una recente direttiva europea impone agli Stati membri di elaborare mappe sull’esposizione acustica, con particolare attenzione agli assi stradali e ferroviari e agli aeroporti, e di avviare piani di azione antirumore. L’ultimatum da Bruxelles è arrivato all’Italia tre mesi fa e se i maggiori agglomerati urbani non si adegueranno, rischiano multe potenzialmente salate.
Milano, che secondo alcune classifiche per livello di rumore è quinta dopo Palermo, Firenze, Torino e Roma (e prima di Napoli e Bologna), sta aggiornando la propria «cartina del baccano» (l’ultima risale al 2013). Mentre un gruppo di studiosi del dipartimento di Scienze dell’Ambiente della Bicocca, sotto la guida del professor Zambon, ha avviato un progetto pilota di monitoraggio per il Municipio 9, zona Dergano-Affori: «Abbiamo ricavato una mappa dinamica dove i colori cambiano di continuo, a seconda del traffico — spiega il docente —. Nelle ore di punta, in alcune vie, si raggiungono addirittura gli 80 decibel, una soglia che non sarebbe consentita nemmeno sui raccordi autostradali».