«Premi a chi non accoglie gli stranieri»
De Corato, l’assessore «sceriffo» in Regione: «Dialogo? Il problema resta l’immigrazione»
Collaborare con il Comune? «Dipende... Per noi il problema nelle periferie rimane la convivenza tra italiani e stranieri, con i primi che si sentono svantaggiati rispetto ai secondi. Leggo che anche quest’anno avremo marce e manifestazioni in favore dell’arrivo di nuovi immigrati. Non ci siamo proprio».
Riccardo De Corato è assessore alla Sicurezza della Regione solo da pochi giorni ma i propositi sono quelli di sempre, senza concedere troppo alle sfumature.
Come Regione, sul tema migranti e profughi intendete assumere qualche iniziativa specifica ?
«La Lombardia è la Regione che ha più immigrati regolari sul proprio territorio: un milione e mezzo. Il problema è che poi si continua a farli arrivare, mente noi vogliamo studiare provvedimenti che scoraggino il fenomeno; con un sistema d’incentivi aiuteremo quelle amministrazioni che preferiscono non fare arrivare nei propri Comuni i pullman carichi di migranti organizzati dalla Prefettura. A proposito, mi faccia dire che vedere le Prefetture ridotte al ruolo di affittacamere per i migranti non è uno spettacolo edificante».
Quali saranno le altre priorità della vostra azione? «La maggior parte dei Comuni lombardi non ha una stazione dei carabinieri, con relativi problemi di sicurezza soprattutto di sera. Incrementeremo in maniera forte la videosorveglianza.
La convivenza difficile Nelle zone decentrate gli italiani si sentono svantaggiati rispetto agli extracomunitari
L’anno scorso la giunta Maroni aveva trovato cinque milioni da destinare a 400 Comuni. L’obiettivo è raddoppiare la cifra. Vorremmo dotare di telecamere anche i taxi e garantire una copertura assicurativa, analoga a quella degli altri operatori di pubblica sicurezza, per gli agenti delle polizie municipali».
Cosa intendete fare su Aler e sulle occupazioni abusive?
«Lancio un appello al Comune e alla Prefettura: torniamo al protocollo firmato nel novembre di tre anni fa. Il sindaco era Pisapia e al Pirellone c’era Maroni. Collaborarono e firmarono un’intesa che prevedeva un piano dettagliato di sgomberi. Settimana per settimana. Ecco, mi piacerebbe si tornasse a quello spirito».
E per quanto riguarda la sicurezza sui treni?
«Ormai siamo al Far West, dobbiamo intervenire con urgenza. La questione fu sollevata persino in un dibattito all’ultima festa dell’Unità: le guardie giurate non bastano, sui convogli ci vogliono i militari. Il ministro Pinotti aveva detto che avrebbe preso in considerazione questa ipotesi, che rilanceremo con forza una volta insediato il nuovo governo. In tre stazioni della metropolitana ci sono già: portiamo i soldati anche sui treni dei pendolari».