Brachetti si trasforma «Solo» in 60 celebrità
Nella casa del cuore ogni porta è un mondo Dalle favole alle serie tv alla musica In scena agli Arcimboldi «Solo», dove il grande trasformista interpreta 60 personaggi
Da Michael Jackson all’uomo di Magritte, passando per Neo di «Matrix», Walter White di «Breaking Bad», Cenerentola, Pavarotti, Freddy Mercury, Beyoncé e Fonzie. Un unico artista è capace di radunare tutte queste celebrities sullo stesso palco: Arturo Brachetti. E «Solo» si intitola il nuovo show che, dopo aver spopolato a Parigi e in Francia, arriva da domani agli Arcimboldi, a metà di un tour italiano che ha registrato sold out in gran parte delle sue tappe (anche a Milano sono state aggiunte nuove repliche fino al 20).
«Solo» perché il «Master of quick change» è praticamente solo in scena, ma anche perché Brachetti non ha dav- vero rivali nei suoi spettacoli di trasformismo. «Con “Solo“torno all’one-man-show. Con me c’è soltanto Kevin Michael Moore che è la mia ombra, parte razionale di me che cerca, inutilmente, di mantenermi con i piedi per terra», racconta con la consueta verve Brachetti . «In realtà ci sono 15 persone in compagnia e giriamo con due tir da 18 metri ciascuno, perché lo spettacolo è davvero complicato! D’altra parte è pensato e confezionato per le platee internazionali. Dopo l’Italia torneremo in tour in Europa, ma stiamo già pianificando la Cina e altro». Brachetti è il «numero uno» anche perché i suoi spettacoli non si limitano a offrire una serie funambolica di trasformismi, ma intessono vere e proprie storie che coinvolgono il pubblico. «Lo show (che offre sì qualche cavallo di battaglia, ma è per l’80 per cento nuovo con ben 60 personaggi) dura 90 minuti, senza intervallo e con sorprese continue. Perché quando si entra nel mondo della fantasia non si può interrompere il viaggio onirico», spiega sornione l’artista che nello spettacolo regala anche momenti di sand pain- ting, ombre cinesi e spettacolari manipolazioni di luci laser. «Il filo conduttore è una graziosa casetta, la casa del cuore, con tante stanze, ognuna dedicata a un mondo: da quello infantile delle favole a quello delle serie tv a quello della musica. Il che mi dà l’occasione di diventare Peter Pan, Aladino, Biancaneve o Shrek, i Beatles, Elvis Presley o Edith Piaf e, ancora, Batman, La signora in giallo, Baywatch, Spock e compagnia bella». Il tutto in una cornice realizzata in videomapping con musiche di Fabio Valdemarin, costumi di Zaira de Vincentiis, light design di Valerio Tiberi. Nel racconto c’è anche spazio per un «matrimonio all’italiana» in cui Brachetti interpreta tutti i personaggi. «È un omaggio all’Italia», conclude. «È quasi inevitabile andare in giro per il mondo e fare qualcosa di italiano. Questo numero, che dura 5 minuti durante i quali i 5/6 personaggi hanno 25 cambi di costume, si svolge in una cucina dove ci sono tutti gli ingredienti del matrimonio: è tutto tipico di una commedia all’italiana anni 50. In fondo è l’Italia più esportabile, quella che all’estero ricordano. Ed è un numero che, nonostante tutti gli anni passati, nessuno si azzarda ancora a imitare!».