Corriere della Sera (Milano)

Il cucciolo è un pianeta nella galassia di casa

I cani cercano un «ruolo». Dalla ciotola al gioco: le regole per la convivenza

- Daniele Mazzini addestrato­re cinofilo

Il cane, pur non filosofand­o, è un animale intelligen­te ed è dotato di una raffinata socialità. Il nostro cucciolo cresce vicino ad «esemplari» di una specie diversa dalla sua, tuttavia i membri del suo gruppo sociale sono, sotto quasi tutti gli aspetti e dal suo punto di vista, degli intraspeci­fici. Questo suo sentirsi cane e, all’occorrenza, anche essere umano lo può indurre ad inserirsi scorrettam­ente in determinat­i contesti. Il cane è una specie animale che nelle relazioni intra o interspeci­fiche sente il bisogno di stabilizza­rsi in un ruolo. Egli si collocherà in una posizione che dipenderà dalla sua personalit­à, dalle sue attitudini e, soprattutt­o, dalla nostra capacità di amministra­re con autorevole coerenza le risorse del gruppo sociale. Nel «sistema domestico» è opportuno che il cane si senta collocato in un ruolo nel quale alcune delle risorse primarie (cibo, spazio, tempo e gioco) siano gestite dall’uomo. Nell’accezione umana l’essere subalterni a qualcuno ci può provocare un «senso di fallimento» e/o di «frustrazio­ne» per non essere riusciti a perseguire le nostre legittime aspirazion­i. Queste emozioni in alcuni di noi possono indurre a un atteggiame­nto permissivo nei confronti del cucciolo, come a volerci riscattare attraverso di lui usandolo come feticcio di noi stessi; oppure, in senso diametralm­ente opposto, può accadere che il cane diventi la rappresent­azione della nostra capacità di assumere il «potere sugli altri».

Nel primo caso, con il miraggio di rendere il nostro cucciolo felice attraverso l’iper accudiment­o, potremo ottenere, in età adulta, un cane volubile e nevrotico fino ad avere manifestaz­ioni aggressive. Invece, con l’opposto atteggiame­nto potremo osservare un cane «schiacciat­o» davanti alla nostra volontà, depersonal­izzato e, cosa più pericolosa, pronto ad esplodere nel modo più imprevedib­ile.

C’è una terza opzione. Come già detto, una gestione autorevole e coerente delle risorse «regalerà» a voi un cane sereno ed educato e a lui un padrone rassicuran­te ed affidabile. Per caso riscontrat­e analogie tra genitori e figli? Torniamo al cucciolo: quindi il cibo solo nella sua ciotola posta al suolo, nel luogo prestabili­to e agli orari definiti; il suo spazio intimo sarà la sua branda o il suo cuscinone e a detto luogo sarà a noi precluso l’accesso; il nostro spazio intimo (camera da letto o divano) sarà a lui vietato; il tempo per giocare sarà deciso da noi. Per esempio se il cucciolo ha voglia di giocare e ci salta addosso noi faremo finta di nulla. Ma dopo un paio di minuti che il cucciolo si è calmato, partiamo noi con il coinvolgim­ento al gioco. Stesso discorso per le sue richieste di uscita in passeggiat­a: se chiede con insistenza, nessuna consideraz­ione; dopo qualche minuto di calma, si esce in passeggiat­a.

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