Protesi e infezioni Gli affari d’oro e i segreti del club
Medici corrotti, ecco l’intreccio di quote occulte
Pubblicazioni e affari. Il punto d’incontro dell’intreccio incestuoso tra professione medica e business è la 4I srl. È una società che lucra sulla vendita di un dispositivo per analizzare tessuti infetti, il MicroDTTect. E, nell’ennesima inchiesta sulla sanità della Lombardia, c’è un Club Protesi e Infezioni che utilizza studi scientifici e convegni per fare crescere esponenzialmente le forniture agli ospedali del dispositivo. Così i medici con quote schermate nella società fanno leva sull’attività scientifica per promuovere le vendite del MicroDTTect.
Pubblicazioni e affari. Il Club Protesi e Infezioni utilizza studi scientifici, convegni e aperitivi per fare crescere esponenzialmente le forniture agli ospedali del MicroDTTect, il dispositivo utile per analizzare tessuti infetti. La società che lo produce è la 4I srl detenuta al 25% dall’imprenditore Tommaso Brenicci (da martedì in cella per corruzione) e sempre al 25% ciascuno dai medici dell’ospedale Galeazzi Carlo Luca Romanò e Lorenzo Drago (entrambi ai domiciliari, con la stessa accusa). Al Club partecipano anche il primario del Pini Giorgio Calori e il direttore sanitario Paola Navone, anche loro ai domiciliari: nessuna quota societaria nella 4I ma — secondo la ricostruzione della Procura di Milano — retribuiti rispettivamente con pagamenti in denaro e la partecipazione a convegni. In quest’ennesimo giro di corruzione nella Sanità della Lombardia, ricostruito dai pm Letizia Mannella ed Eugenio Fusco ed approfondito dal Corriere con carte a margine dell’inchiesta giudiziaria, emerge che gli illustri medici spesso se la cantano e se la suonano facendo leva sull’attività scientifica per promuovere le vendite del dispositivo MicroDTTect.
Il 13 febbraio 2015, per dire, durante un meeting a Milano Carlo Romanò lancia un workshop su MicroDTTect con relatore tra gli altri il collega Lorenzo Drago. Quest’ultimo a sua volta, il 3 maggio 2017, presenta «Il percorso diagnostico di laboratorio per le infezioni di protesi articolari» elaborato per l’Associazione microbiologi clinici italiani (Amcli): tra i revisori dello studio c’è Romanò e nell’ampia bibliografia viene citata una pubblicazione di Calori e Navone. E proprio loro due compaiono tra gli autori, insieme anche a Drago, di uno studio su PubMed sul MicroDTTect.
Il punto d’incontro di questo presunto intreccio incestuoso tra affari e professione è, appunto, la società 4I srl. Non è una fondazione benefica o una onlus. È una società a scopo di lucro. E lucra sulla vendita del dispositivo MicroDTTect. Non ci possono essere fraintendimenti, l’oggetto sociale non è generico come quello di un’immobiliare o di una società di consulenza: «Commercio all’ingrosso di articoli medicali e ortopedici». È una delle sedi principali del Club messo sotto accusa dalla Procura. Solo l’imprenditore messo in carcere, Tommaso Brenicci, e un collega di Modena (estraneo all’inchiesta) compaiono in chiaro tra i soci che si dividono ciascuno un quarto del capitale. I due primari del Galeazzi, Romanò e, soprattutto, Drago, hanno invece un certo pudore. O prudenza, o paura. Il primo mette in campo la moglie e un’altra familiare a intestarsi il 25%. Il secondo, Drago, a un certo punto gira invece la quota a una società schermo per coprire la reale proprietà. Nel passaggio viene lasciata una traccia: un assegno del Credito Valtellinese, filiale di Monza, che salda la transazione. E così dal 2015 formalmente è una fiduciaria a detenere le azioni del professor Drago, o meglio, a controllare la società (Flame) che è azionista del club. Per gli investigatori è stato un gioco da ragazzi tirar su la saracinesca. E poi i due primari, sia che avessero la fiduciaria vera o la fiduciaria-moglie, si muovevano compatti dal punto di vista della gestione societaria e contabile affidandosi entrambi alla ragioniera brianzola Giuseppa Laganà. Tra l’altro Romanò ha interessi anche in un’azienda che commercia all’ingrosso medicinali mentre Drago ha dovuto sborsare qualche decina di migliaia di euro per ripianare le perdite di un’altra società da lui partecipata (25%) e che fa assistenza terapeutica domiciliare.
Fatte le società, ci sono i prodotti da vendere. Così, come rilevano gli stessi pm, gli eventi scientifici vengono utilizzati per la promozione di prodotti commercializzati dalle società dell’imprenditore Brenicci e dei medici ora ai domiciliari : «L’ospedale pubblico — è la considerazione — viene utilizzato come vetrina pubblicitaria». Il gioco è sempre lo stesso: Calori a sua volta, insieme a Brenicci, è socio della società britannica Innovative Therapeutic Solutions (UK) Limited che produce l’Avn, un kit per rigenerare tessuti ossei. Da promuovere.