Corriere della Sera (Milano)

Oriani Mazzini, la scuola festeggia i nuovi italiani

Alla Oriani Mazzini cerimonia per la cittadinan­za di 20 studenti. Il preside: in municipio nessuna solennità

- Di Elisabetta Andreis (Gerace)

Una festa a scuola in onore dei venti studenti che da poco hanno conquistat­o la cittadinan­za italiana. «Riceverann­o in regalo dai compagni la Costituzio­ne. Sarà un momento solenne, tutto per loro», racconta Marco Fassino, dirigente scolastico dell’istituto Oriani Mazzini che ha avuto l’idea e domani inaugurerà la cerimonia. Una novità a Milano, con tanto di tricolore, discorsi e applausi.

«I ragazzi ci raccontano che in Comune il rito è sbrigativo, rispetto alle loro attese. Restano un po’ delusi. In fondo nella loro vita è un passaggio importante», spiega il preside. Tantissime scuole hanno ormai corsi di diritto alla cittadinan­za; ora l’evento ad hoc con festeggiat­i che hanno radici nei cinque i continenti.

«Te ne accorgi per la prima volta quando la classe va in gita all’estero e il prof dice: “Per te è un problema, hai solo il passaporto straniero” — racconta Naoka Fernando, mamma filippina e papà dello Sri Lanka —. Lì capisci di essere in un limbo». Certo non è un pezzo di carta che testimonia quello che sei, «ma il documento serve per viaggiare in Europa come tutti i ragazzi», annuisce Humaira Riaz, del Pakistan.

Qualcuno, tra loro, ha conservato la doppia cittadinan­za, altri hanno rinunciato a quella d’origine per avere quella italiana. «Adesso potrò votare», sorride Alessia Juaneza, nonni nelle Filippine.

Dentro le loro stesse case ci sono disparità, paradossi: «Io ho la cittadinan­za ma i fratelli no», alza gli occhi Mame Diara Dieng, dal Senegal. Mentre Asma Jaaiddane, dal Marocco, timidament­e aggiunge: «Se sul treno qualcuno mi osserva a lungo, e magari storto, io lo dico ad alta voce, che sono italiana». I suoi compagni la prendono affettuosa­mente in giro: «Non è possibile sentirsi discrimina­ti nel 2018», è sicura Fatma Kocakgol, che a casa parla turco. «A scuola insistono: l’origine straniera è una ricchezza», sottolinea Alizeta Tiemtore, papà del Burkina Faso e mamma della Guinea. «Lo Ius soli era stato approvato alla Camera nel 2015 ma poi si è arenato al Senato», precisa Matteo Calliricos, dal Perù. E la sua «vicina» Carolina Inaguazo, dall’Equador: «Potevano darcela prima, questa cittadinan­za. Comunque ora festeggiam­o!».

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Traguardo I venti studenti neocittadi­ni italiani
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(Gerace) Dal mondo I venti studenti dell’istituto Oriani Mazzini che hanno ottenuto la cittadinan­za italiana. Vengono dal Marocco e dalla Colombia, dal Pakistan e dall’Ecuador: la scuola domani li festeggerà

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