Gli incassi puliti dell’ex pizzeria dei clan
Lecco, otto giovani assunti e 2.000 clienti al mese nel locale sottratto a Coco Trovato
Duemila clienti al mese con un ricavo di 40 mila euro, otto giovani assunti con il contratto delle cooperative sociali, due percorsi di inserimento lavorativo per un ragazzo con disabilità psichica e una persona in trattamento psichiatrico. Una scommessa vinta quella della pizzeria «Fiore», inaugurata un anno fa a Lecco, nel luogo dove il boss della ’ndrangheta Franco Coco Trovato aveva il covo.
Il successo lo dicono i numeri: duemila clienti al mese con un ricavo di circa 40.000 euro che consente di pareggiare i conti, otto giovani assunti con il contratto delle cooperative sociali, due percorsi di inserimento lavorativo per un ragazzo con disabilità psichica e una persona in trattamento psichiatrico. L’età media del personale supera di poco i vent’anni. Una scommessa vinta quella della pizzeria «Fiore», inaugurata un anno fa nel luogo dove il boss della ’ndrangheta Franco Coco Trovato aveva il suo covo. Qui, in via Belfiore a Lecco, a pochi passi dal centro cittadino, nel bunker realizzato sotto il ristorante gestito dalla criminalità organizzata, Trovato venne catturato nell’agosto del 1992. Ora tra i tavoli dove un tempo si decidevano omicidi e sequestri, si siedono studenti e professionisti, affascinati dalla buona cucina e dal progetto di inclusione sociale che caratterizza il locale.
Fabbrica di Olinda, Auser, Arci e il Comune di Lecco tirano le somme dei primi dodici mesi di attività. «Tramite il servizio collocamento disabili e fasce deboli è stata inserita come cameriera una ragazza di 21 anni. Nei prossimi mesi dovremmo assumere altre due persone — spiega Thomas Emmenegger, responsabile della Fabbrica di Olinda, cooperativa che da vent’anni gestisce il locale sorto nell’ex manicomio di Milano Paolo Pini —. Abbiamo promosso percorsi formativi per l’accesso al lavoro di persone svantaggiate. Ma ci sono anche professionisti del settore e giovani provenienti dal contesto locale, che grazie a questa iniziativa imparano un mestiere. Non dimentichiamo i “legalitour” con le scuole, gli spettacoli teatrali, gli eventi antimafia. E poi la qualità della cucina biologica e naturale, l’impasto speciale delle pizze, i prodotti provenienti dalla rete di Libera e da piccole aziende agricole. I ricavi permettono di sostenere i costi di esercizio e gli investimenti in formazione del personale».
«È un progetto che è costato impegno, lavoro, fatica e non poche critiche — commenta il sindaco di Lecco, Virginio Brivio —. Ma essere andati avanti con fermezza ha premiato tutti i soggetti che hanno voluto restituire un senso profondo a un edificio intriso di olezzo di malaffare, in cui entrare e pranzare oggi è un piacere per gli occhi, il gusto e il cuore».
Il progetto
«È costato fatica e critiche. Ora pranzare qui è un piacere per occhi e cuore»