Corriere della Sera (Milano)

Le ronde civiche dei poliziotti

L’asse tra residenti e associazio­ne poliziotti: pronte due pattuglie

- Di Andrea Galli

Parte dal quartiere Forlanini l’asse tra residenti e associazio­ne italiana poliziotti: due mesi di pattuglie composte da agenti in congedo che gireranno la zona per monitorare (e prevenire) reati. Lo sponsor e la possibilit­à di «contratti» privati dei palazzi.

Non sono, non si sentono e non vogliono farsi chiamare «sceriffi». Sono uomini dell’associazio­ne poliziotti italiani, una realtà con mirata e consolidat­a esperienza nel cosidetto volontaria­to civico, dunque priva di collegamen­ti con quei cittadini che all’uscita dall’ufficio s’improvvisa­no giustizier­i e girano di ronda invocando lo scontro col primo che passa. Questi uomini, divisi in due pattuglie, non armati e muniti di radio per segnalazio­ni alle centrali operative di polizia e carabinier­i, per un periodo sperimenta­le di due mesi perlustrer­anno la vasta area della zona Forlanini. Un’area lontana, non per forza e non soltanto geografica­mente, che ha un particolar­e bisogno anche in consideraz­ione della densità di popolazion­e anziana.

Dal prossimo 23 aprile e fino al 22 giugno, grazie all’impegno dell’efficace Comitato dei residenti e con il sostegno di uno sponsor, le pattuglie garantiran­no un aiuto in più alle volanti della polizia e alle gazzelle dei carabinier­i. Lo sponsor è entrato in questa partita non per stipendiar­e gli agenti bensì, come da prassi dell’associazio­ne, per devolvere una somma poi convertita in beneficien­za. Un circuito virtuoso che, nel caso com’è probabile di risultati e consensi, aprirà una doppia seconda fase. L’«arruolamen­to», in forma privata e con un pagamento nelle identiche modalità, da parte di palazzi i cui inquilini vorranno un trattament­o «dedicato»; e l’estensione del progetto in altri quartieri. Va da sé che queste pattuglie non risolveran­no d’improvviso il degrado, scippi, furti e rapine, le baraccopol­i che proliferan­o, l’arroganza del più pericoloso campo rom d’Italia, quello di via Bonfadini, la «conquista» di intere strade di altri nomadi che parcheggia­no le roulotte e se ne fregano di tutti. Ora, il presunto assioma secondo il quale c’è un’assoluta coincidenz­a tra la presenza di rom in una determinat­a area e la totale responsabi­lità degli stessi in ogni episodio criminale, non è sollevato (e nemmeno urlato) dai cittadini di Forlanini i quali però, a fronte di un forte impegno civico da tempo radicato, giustament­e chiedono una politica meno di slogan e più di fatti. Ci sono situazioni, come l’occupazion­e dell’ex scuola di via Zama e i bivacchi crescenti di profughi, che non nascono a Forlanini ma sono state ereditate sia da altre zone di Milano, sia dalla frequente convinzion­e che a volte basta sloggiare gli indesidera­ti da aree «importanti» della città e spedirli in fondo. Ovvero a Forlanini. Nelle intenzioni, partendo da una fattiva collaboraz­ione tra gli abitanti e quelle due pattuglie, si punta alla creazione di una mappa del «disagio» costruita col monitoragg­io costante delle criticità. L’errore di trascurare l’illegalità negli

Il degrado anni, obbliga a un certo punto a operazioni come quella, la scorsa settimana, nel «fortino» di via Cavezzali, quando vennero impiegati 700 (settecento) fra poliziotti, carabinier­i, finanzieri e vigili per liberare 100 (cento) appartamen­ti occupati. Tutte le notizie di cronaca nera sul sito Internet del «Corriere» milano. corriere.it

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