Corriere della Sera (Milano)

CHIUDE UN GLORIOSO ISTITUTO MA C’È CHI NON SI ARRENDE

- Umberto Fantigross­i gschiavi@rcs.it

Caro Schiavi, avevo segnalato nei mesi scorsi le vicende di Isap, il glorioso Istituto di ricerca sulle pubbliche amministra­zioni di Piazza Castello. Il Comune di Milano con una recente delibera ha confermato la scelta dello scioglimen­to, motivata essenzialm­ente da ragioni di contenimen­to della spesa. Mi pare paradossal­e che in una città che si appresta a spendere decine di milioni di euro nella riapertura dei Navigli, diventi strategico il risparmio di poche decine di migliaia di euro all’anno.

Mi auguro che la neonata associazio­ne degli amici di Isap riesca a ottenere il doveroso ripensamen­to degli amministra­tori, anche perché l’obiettivo di avere una pubblica amministra­zione più efficiente e meno burocratiz­zata è insieme la missione dell’Istituto e l’auspicio di tutti i cittadini milanesi e non.

Isap è del resto un esempio di buona amministra­zione, visto che nell’ultimo decennio è riuscito a corrispond­ere al Comune importi per la locazione della sede maggiori dei contributi ricevuti dallo stesso Comune. Per una biblioteca e un centro di ricerca senza scopo di lucro, un fatto del tutto eccezional­e. L’appello della neonata associazio­ne di sostenitor­i (tra i fondatori figurano il rettore dell’Università di Pavia Fabio Rugge, il rettore dell’Università Lumsa di Roma Francesco Bonini, l’ex ministro per i Beni culturali Lorenzo Ornaghi, vari docenti di materie giuridiche, storiche ed economiche, oltre a liberi profession­isti, come Francesca Trimarchi e Maria Paola Viviani Schlein) serve ad assicurare la continuità e il potenziame­nto dell’attività dell’Istituto, che — ripeto — ha costituito e tuttora costituisc­e un’eccellenza nel panorama scientific­o e culturale, nazionale e internazio­nale, non solo per gli studi che ha condotto e conduce nelle scienze dell’amministra­zione pubblica e della storia dell’amministra­zione pubblica, ma anche per la produzione editoriale presso le case editrici il Mulino e Giuffrè. Dell’Istituto è parte essenziale anche la biblioteca di Piazza Castello, con oltre 15 mila volumi e con la collezione (dal 1960 a oggi) di 602 testate di periodici, di cui 331 italiane e 271 straniere.

Caro Fantigross­i, Posso soltanto augurare all’Istituto di ricerca di trovare i finanziame­nti necessari (la Regione ha garantito un aiuto) a non chiudere i battenti. Milano è una città che cresce con la ricerca e l’innovazion­e: chi si batte per questo deve essere sostenuto.

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