Corriere della Sera (Milano)

Il garante Cioppa «Pago l’amicizia con Calori»

- di Andrea Senesi

Gustavo Cioppa fu chiamato nel 2015 a Palazzo Lombardia da Roberto Maroni in qualità di sottosegre­tario alla presidenza per occuparsi dei temi della legalità e trasparenz­a. Ora è indagato per abuso d’ufficio: «Sto passando questo guaio — spiega — perché sono amico di Giorgio Calori. Da lui non ho comunque mai ricevuto richieste dal profilo illecito».

Magistrato in pensione, Gustavo Cioppa fu chiamato nel 2015 a Palazzo Lombardia da Roberto Maroni in qualità di sottosegre­tario alla presidenza per occuparsi dei temi della legalità e trasparenz­a. Ora è indagato per abuso d’ufficio nella nuova inchiesta sulla sanità lombarda.

Secondo le carte lei sarebbe stato uno dei referenti di Calori in Regione. Come si difende?

«Non posso entrare nelle carte dell’accusa, ma so che sto passando questo guaio perché sono amico di Giorgio Calori: 35 anni fa mi ha operato a una mano, poi ha seguito mia moglie. È un vecchio amico col quale mi è capitato anche di litigare ma che certo non rinnego. Da lui non ho comunque mai ricevuto richieste dal profilo illecito».

Maroni l’aveva nominata per il suo curriculum da uomo di legge. Ha sentito in queste ore l’ex governator­e?

«Lui mi stima e so che mi ha difeso poche ore fa parlando a una trasmissio­ne in radio. Io ho valori forti, credo nella legalità e nel valore delle istituzion­i. Ho cominciato a lavorare che avevo 19 anni e ho continuato fino a ieri. Per la Regione ho partecipat­o a 150 incontri sul tema della legalità, un impegno che credo mi sia stato riconosciu­to da tutti. E ora mi piove sulla testa questa tegola. Che posso dire? Aspettiamo che le cose si risolvano, non posso aggiungere altro». Ogni tre mesi esce un nuovo scandalo nella sanità lombarda. Qual è il reale tasso di corruzione del settore?

«Episodi di corruzione ci sono, inutile negarlo. Credo però che si tratti di comportame­nti individual­i, non di un sistema».

E i controlli? Non c’è modo di rafforzarl­i o renderli più efficaci?

«Certo che si possono rafforzare. Però in generale c’è da dire che qui la sanità funziona. Se un cittadino entra in un pronto soccorso viene curato e quasi sempre bene. Non è tutto allo sfascio, non è corretto raccontare le cose così».

Suo figlio Carlo è un avvocato che ha ricevuto degli incarichi profession­ali per conto del Pini. A pensar male si fa peccato però spesso ci si azzecca...

«Mio figlio non c’entra niente, lasciatelo in pace. Non conosco i dettagli della sua carriera profession­ale, ma so che ha avuto qualche incarico dall’ospedale prima che io diventassi sottosegre­tario. Niente di strano, quindi».

Legame

Non rinnego il rapporto con Calori Credo nella legalità

Il figlio

Ha avuto incarichi al Pini, ma prima che entrassi in Regione

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