Salone permanente Un bando comunale per donare o ricevere le installazioni
Le opere destinate allo smantellamento
Per la prima volta, le installazioni e gli arredi esposti al Salone del mobile o al Fuorisalone potranno trovare casa in città. Il Comune lancia un bando per mettere in contatto i privati che vogliono donare le opere con gli «spazi diffusi» che intendono riceverli. L’assessore Tajani: «Design al servizio della collettività».
Le installazioni del Salone e del Fuorisalone cercano casa, Palazzo Marino risponde lanciando un bando di gara destinato a chi vorrà donare (o ospitare in maniera permanente) le opere di design esposte durante la Settimana del Salone. È la prima volta che il Comune mette a disposizione della città uno strumento per accogliere quelle strutture destinate, al termine della kermesse, a essere trasferite, smontate o addirittura distrutte. La direzione Economia urbana e Lavoro lancerà domani un avviso pubblico «per l’adesione al Registro degli spazi diffusi» e «per una manifestazione d’interesse volta a recipere la disponibilità a donare oggetti o arredi di design per luoghi di fruizione pubblica della città». In sostanza l’amministrazione intende sperimentare un sistema di agevolazione delle procedure burocratiche, spesso complesse, mettendo in contatto i soggetti interessati a donare le installazioni e i luoghi deputati a riceverle.
Per aderire alla virtuosa iniziativa promossa dall’assessorato al Lavoro (che include le deleghe a Moda e Design), bisognerà avere alcuni requisiti. In particolare rivolti a chi intende ricevere tali «arredi interni ed esterni o installazioni destinate ad abbellire e dare nuova vita a spazi aperti al pubblico». Si tratta infatti soltanto di soggetti pubblici o privati che gestiscono (o hanno in concessione) spazi pubblici oppure privati a uso pubblico, come giardini condivisi, biblioteche, spazi associativi e luoghi di cultura. Un inquadramento pensato per velocizzare l’iter burocratico, dato che in questi luoghi i vincoli sono minori e i tempi dell’operazione molto ridotti.
Chi intende invece donare dovrà essere un operatore privato del mondo del design il quale dovrà altresì provvedere al trasporto dell’opera mentre la manutenzione sarà in carico al ricevente. Tra chi ha già manifestato a parole l’interesse a ospitare arredi e installazioni ci sono dieci «Giardini condivisi» distribuiti in sei dei nove Municipi milanesi, nonché realtà come il Base all’ex Ansaldo nel cuore della principale zona del Fuorisalone, via Tortona, e il Luiss hub di via D’Azeglio, spazio polifunzionale per le imprese digitali nato all’ombra dei grattacieli di Porta Nuova. «L’obiettivo è esaltare il valore sociale del design e indicare una via — spiega l’assessore Cristina Tajani —: la funzionalità degli oggetti nell’interesse della collettività».