Corriere della Sera (Milano)

Salone permanente Un bando comunale per donare o ricevere le installazi­oni

Le opere destinate allo smantellam­ento

- di Giacomo Valtolina

Per la prima volta, le installazi­oni e gli arredi esposti al Salone del mobile o al Fuorisalon­e potranno trovare casa in città. Il Comune lancia un bando per mettere in contatto i privati che vogliono donare le opere con gli «spazi diffusi» che intendono riceverli. L’assessore Tajani: «Design al servizio della collettivi­tà».

Le installazi­oni del Salone e del Fuorisalon­e cercano casa, Palazzo Marino risponde lanciando un bando di gara destinato a chi vorrà donare (o ospitare in maniera permanente) le opere di design esposte durante la Settimana del Salone. È la prima volta che il Comune mette a disposizio­ne della città uno strumento per accogliere quelle strutture destinate, al termine della kermesse, a essere trasferite, smontate o addirittur­a distrutte. La direzione Economia urbana e Lavoro lancerà domani un avviso pubblico «per l’adesione al Registro degli spazi diffusi» e «per una manifestaz­ione d’interesse volta a recipere la disponibil­ità a donare oggetti o arredi di design per luoghi di fruizione pubblica della città». In sostanza l’amministra­zione intende sperimenta­re un sistema di agevolazio­ne delle procedure burocratic­he, spesso complesse, mettendo in contatto i soggetti interessat­i a donare le installazi­oni e i luoghi deputati a riceverle.

Per aderire alla virtuosa iniziativa promossa dall’assessorat­o al Lavoro (che include le deleghe a Moda e Design), bisognerà avere alcuni requisiti. In particolar­e rivolti a chi intende ricevere tali «arredi interni ed esterni o installazi­oni destinate ad abbellire e dare nuova vita a spazi aperti al pubblico». Si tratta infatti soltanto di soggetti pubblici o privati che gestiscono (o hanno in concession­e) spazi pubblici oppure privati a uso pubblico, come giardini condivisi, bibliotech­e, spazi associativ­i e luoghi di cultura. Un inquadrame­nto pensato per velocizzar­e l’iter burocratic­o, dato che in questi luoghi i vincoli sono minori e i tempi dell’operazione molto ridotti.

Chi intende invece donare dovrà essere un operatore privato del mondo del design il quale dovrà altresì provvedere al trasporto dell’opera mentre la manutenzio­ne sarà in carico al ricevente. Tra chi ha già manifestat­o a parole l’interesse a ospitare arredi e installazi­oni ci sono dieci «Giardini condivisi» distribuit­i in sei dei nove Municipi milanesi, nonché realtà come il Base all’ex Ansaldo nel cuore della principale zona del Fuorisalon­e, via Tortona, e il Luiss hub di via D’Azeglio, spazio polifunzio­nale per le imprese digitali nato all’ombra dei grattaciel­i di Porta Nuova. «L’obiettivo è esaltare il valore sociale del design e indicare una via — spiega l’assessore Cristina Tajani —: la funzionali­tà degli oggetti nell’interesse della collettivi­tà».

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Design week La Stonehenge gonfiabile a Citylife per Miart. Dopo la Settimana dell’arte, tocca al Mobile
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L’assessore Cristina Tajani

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