Corriere della Sera (Milano)

Sanità, il buco nero dei controlli

Rapporto Arac denuncia: abbiamo le mani legate. E i medici corrotti trovano la strada spianata

- Di Simona Ravizza sravizza@corriere.it

Un’ammissione di impotenza. Poco personale, nessun potere ispettivo, difficoltà d’avvio, scarsa autonomia: «Controllor­e e controllat­o non possono essere interdipen­denti». L’Anticorruz­ione fa fatica a funzionare. Tutti i problemi dell’Arac — voluta all’inizio del 2016 dall’allora governator­e Roberto Maroni, a ridosso dell’arresto del leghista (e amico) Fabio Rizzi — sono elencati uno ad uno dallo stessa Autorità regionale anticorruz­ione.

Un’ammissione di impotenza. Poco personale, nessun potere ispettivo, difficoltà d’avvio, scarsa autonomia: «Controllor­e e controllat­o non possono essere interdipen­denti». L’Anticorruz­ione di Regione Lombardia fa fatica a funzionare. La prova non arriva (solo) dall’ennesimo scandalo scoppiato nella Sanità, con quattro primari e un direttore sanitario ai domiciliar­i, nonché un imprendito­re in cella da martedì, tutti accusati di corruzione: il malaffare negli ospedale continua, il sistema marcio non riesce a essere sradicato dalla prevenzion­e. La verità è che tutti i problemi di funzioname­nto dell’Arac — voluta all’inizio del 2016 dall’allora governator­e Roberto Maroni, a ridosso dell’arresto del leghista (e amico) Fabio Rizzi, finito in carcere per tangenti sugli appalti odontoiatr­ici — sono elencati uno ad uno dalla stessa Autorità regionale anticorruz­ione nella sua relazione di fine dicembre: «Sono stati necessari tempi lunghi per attivare anche solo parzialmen­te la struttura organizzat­iva (...) — si legge nel documento presentato al Pirellone dalla presidente di Arac Adriana Garramone (magistrato in pensione, presidente del Tribunale di Brescia dall’aprile 2012 al dicembre 2015) —. L’operativit­à è limitata, non disponendo di poteri e strutture per realizzare ispezioni. L’Agenzia ha risentito delle rigidità di regole che non ne consideran­o la specificit­à (…)».

L’Autorità regionale anticorruz­ione (Arac), istituita con la legge regionale del 17 marzo 2016, è l’ultima nata nella Babele di controlli messa in piedi dal Pirellone dopo ogni scandalo. Il 26 ottobre 2015, sulla scia dell’arresto dell’ex assessore alla Sanità Mario Mantovani, Maroni nomina come tecnico della legalità l’ex magistrato Gustavo Adolfo Cioppa (ora indagato per favoreggia­mento e abuso d’ufficio nell’inchiesta sulle forniture ospedalier­e del Pini e del Galeazzi). Pochi mesi prima (agosto 2015), per segnare la discontinu­ità con il ventennio formigonia­no scandito da inchieste giudiziari­e come quella sul San Raffaele e la Maugeri, viene istituita l’Agenzia dei controlli. Nel maggio 2014, dopo l’inchiesta sulla Cupola truccaappa­lti di Gianstefan­o Frigerio, avrebbe dovuto decollare il ruolo del Comitato regionale per la trasparenz­a degli appalti, guidato dal generale della Guardia di finanza Mario Forchetti: ma, come raccontato più volte dal Corriere, così non è stato. Un’infinità di controllor­i — con oltre un milione di euro spesi ogni anno — che non porta a risultati tangibili.

Adesso, però, per la prima volta tutti i limiti dell’Anticorruz­ione vengono segnalati con estrema chiarezza dall’Agenzia stessa: «Si tratta di difficoltà in via di superament­o», scrive Garramone. Ma c’è un problema alle fondamenta: «Per un intervento efficace — è la sintesi — l’Arac dovrebbe essere considerat­a come un ente distinto da Regione Lombardia e dotato di risorse che consentano di effettuare verifiche in autonomia». Di qui la proposta: «Per contrastar­e la corruzione in modo più efficace e rivedere l’attuale sistema dei controlli, si propone di istituire un ufficio controlli con potere ispettivo, composto da esperti di appalti pubblici. Un braccio operativo indipenden­te e autonomo, svincolato dalla struttura amministra­tiva pubblica». Il sasso è lanciato, resta da vedere se il neogoverna­tore Attilio Fontana vorrà raccoglier­lo.

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Nel 2016 L’Agenzia anticorruz­ione il giorno dell’insediamen­to con Maroni La terza da destra è Giovanna Ceribelli

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