Migranti, quote rosa e Lgbt: i fronti aperti di Fontana
Il governatore frena De Corato. Ma Sala: non basta una battuta. Sulle donne: si impegnano poco
Il duello a distanza col sindaco Sala sui temi dell’immigrazione — con una parziale correzione di rotta, però, rispetto all’oltranzismo del suo assessore Riccardo De Corato — e poi i temi «etici», dal patrocinio che sarà negato al Gay pride alla difesa del Family day, fino a un passaggio sulle donne in politica «poco motivate» per emergere. Dopo l’approccio soft con l’aula del Pirellone nel suo discorso d’insediamento, per il neopresidente della Regione è già il tempo delle polemiche.
Partiamo dai migranti. Fontana ha confermato ieri il dissidio sul punto con l’inquilino di Palazzo Marino. «Con Sala non collaboreremo sugli immigrati? Pazienza. Forse è meglio, visto che la pensiamo in modo diametralmente opposto. Credo però che lui volesse esprimere il disappunto sulla presunta nostra intenzione di premiare i Comuni che non accetteranno i profughi». Qui però scatta il distinguo: «Quella è una proposta di De Corato che come giunta dovremo valutare. Vedremo. Quello che è certo è che questo tema lo si affronta facendo pressione col governo perché è da quel livello che può arrivare una soluzione». Una piccola e parziale sconfessione della linea dell’assessore alla Sicurezza di Fratelli d’Italia. Parole però non sufficienti a giudizio di Beppe Sala: «Non possiamo cavarcela con una battuta. C’è un punto fermo per chi amministra un’istituzione e cioè decidere se una legge va rispettata e fatta rispettare oppure no. E chiedo a Fontana se anche lui la farà rispettare. I Comuni che decidono di non accogliere sono a guida leghista e se gli esponenti della giunta del loro colore li invita e li stimola ad andare avanti così, questo per me è inaccettabile».
Primo fronte aperto. Il secondo è quello con la comunità Lgbt. In un’intervista a Lettera 43 il governatore leghista conferma la linea: no al patrocinio al Pride, «una manifestazione divisiva che per questo non va sostenuta, e sì al Family Day («Tutti riconoscono il valore della famiglia. È nella Costituzione, è uno dei fondamenti della nostra civiltà ed è uno dei punti di riferimento del nostro programma»). «Le vere parole divisive sono quelle di Fontana che esprime giudizi su manifestazioni di serie A e di serie B. Il presidente leghista ha deciso di stare dalla parte di chi discrimina, bullizza e usa violenza. Milano e la Lombardia meritano di meglio», attacca Daniele Viotti, parlamentare europeo pd e copresidente
No al patrocinio
«Il Pride è una manifestazione divisiva che come tale non va sostenuta»
Res publica Le donne si interessano meno alla politica, alcune non hanno volontà d’emergere
dell’intergruppo Lgbt a Strasburgo.
Della stessa intervista è l’ultima uscita non esattamente in linea col politicamente corretto. «Poche le donne elette al Pirellone», fanno notare a Fontana. «C’è anche la possibilità che le donne si interessino un po’ meno alla politica, per cui molte che vengono messe in lista non hanno una grande volontà di impegnarsi, di emergere», la risposta. Immediata la reazione delle donne del Partito democratico. «Esempio lampante della mentalità maschilista e retrograda della nostra società», commenta Diana De Marchi della segreteria regionale.