L’INCIVILTÀ NEI «CESTONI» UTILIZZATI COME PATTUMIERE
Caro Schiavi, fino a qualche anno fa, a Milano esistevano molti cestini portarifiuti. Si trovavano solitamente appesi a tutte le paline di fermata dei mezzi pubblici e a molti pali della segnaletica e dell’illuminazione pubblica, assicurando così una copertura diffusa sul territorio. Poi questi cestini sono stati progressivamente eliminati. Al loro posto, sono subentrati, con una diffusione nettamente inferiore e apparentemente molto casuale, dei «cestoni» verdi posati sui marciapiedi.
Al di là della discutibile estetica di questi raccoglitori, varie ragioni suggerirebbero un ripensamento della scelta. Da un lato, comportamenti poco civili dei nostri concittadini che scambiano questi contenitori per dei sostituti della raccolta differenziata casalinga, gettandovi rifiuti di ogni genere e dimensione sino a intasare i cestini stessi, ingombrando anche gli spazi adiacenti con cumuli di spazzatura, che non sono certo un bel vedere. Dall’altro, perché l’insoddisfacente copertura di questi raccoglitori induce molte persone a gettare anche piccoli rifiuti (cartacce, mozziconi, biglietti scaduti, chewinggum masticati, bottiglie, etc.) a terra, dando luogo a quel fenomeno di malcostume dilagante e trasandatezza che si chiama «littering». Giusto sensibilizzare tutti ad avere cura della pulizia della propria città; doveroso intervenire dove serve per correggere ciò che la buona educazione da sola non suggerisce. Ma occorre rendere anche più agevoli i comportamenti virtuosi, ripristinando cestini facilmente reperibili, senza dover percorrere lunghi tratti alla speranzosa ricerca del cestino perduto.
Caro Galli, il brutto spettacolo dei cestini scambiati per pattumiera ci dice che la strada del civismo, anche nella civilissima Milano, è sempre in salita e non bisogna mai abbassare la guardia. Indica anche una sciocca resistenza verso la raccolta differenziata di cui non si può fare a meno. Credo anch’io che serva qualche cestino in più, ma attenzione: anche quelli di cui lei parla erano scambiati per pattumiere. La soluzione, oltre a un corretto uso, sarà tecnologica: una telecamera per individuare i trasgressori. Che si dovrebbero un po’ vergognare.