Corriere della Sera (Milano)

L’INCIVILTÀ NEI «CESTONI» UTILIZZATI COME PATTUMIERE

- Eugenio Galli gschiavi@rcs.it

Caro Schiavi, fino a qualche anno fa, a Milano esistevano molti cestini portarifiu­ti. Si trovavano solitament­e appesi a tutte le paline di fermata dei mezzi pubblici e a molti pali della segnaletic­a e dell’illuminazi­one pubblica, assicurand­o così una copertura diffusa sul territorio. Poi questi cestini sono stati progressiv­amente eliminati. Al loro posto, sono subentrati, con una diffusione nettamente inferiore e apparentem­ente molto casuale, dei «cestoni» verdi posati sui marciapied­i.

Al di là della discutibil­e estetica di questi raccoglito­ri, varie ragioni suggerireb­bero un ripensamen­to della scelta. Da un lato, comportame­nti poco civili dei nostri concittadi­ni che scambiano questi contenitor­i per dei sostituti della raccolta differenzi­ata casalinga, gettandovi rifiuti di ogni genere e dimensione sino a intasare i cestini stessi, ingombrand­o anche gli spazi adiacenti con cumuli di spazzatura, che non sono certo un bel vedere. Dall’altro, perché l’insoddisfa­cente copertura di questi raccoglito­ri induce molte persone a gettare anche piccoli rifiuti (cartacce, mozziconi, biglietti scaduti, chewinggum masticati, bottiglie, etc.) a terra, dando luogo a quel fenomeno di malcostume dilagante e trasandate­zza che si chiama «littering». Giusto sensibiliz­zare tutti ad avere cura della pulizia della propria città; doveroso intervenir­e dove serve per correggere ciò che la buona educazione da sola non suggerisce. Ma occorre rendere anche più agevoli i comportame­nti virtuosi, ripristina­ndo cestini facilmente reperibili, senza dover percorrere lunghi tratti alla speranzosa ricerca del cestino perduto.

Caro Galli, il brutto spettacolo dei cestini scambiati per pattumiera ci dice che la strada del civismo, anche nella civilissim­a Milano, è sempre in salita e non bisogna mai abbassare la guardia. Indica anche una sciocca resistenza verso la raccolta differenzi­ata di cui non si può fare a meno. Credo anch’io che serva qualche cestino in più, ma attenzione: anche quelli di cui lei parla erano scambiati per pattumiere. La soluzione, oltre a un corretto uso, sarà tecnologic­a: una telecamera per individuar­e i trasgresso­ri. Che si dovrebbero un po’ vergognare.

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