«Sanità, più poteri sui controlli e agenzia unica»
Fontana: il lodo De Corato? Non è in agenda
«Èqualcosa che fa male». Il neopresidente della Regione Attilio Fontana non nasconde il «dispiacere» per l’ultimo scandalo che ha travolto la sanità lombarda. E lancia il progetto di un’unica agenzia «che avrà il compito di fare controlli più estesi possibili su tutte le partite gestite dalla Regione». Sull’immigrazione, però, la proposta dell’assessore De Corato (un premio ai Comuni che non accolgono) «non è all’ordine del giorno».
«È qualcosa che fa male». Il neopresidente Attilio Fontana non nasconde il «dispiacere» per l’ultimo scandalo che ha travolto la sanità lombarda. «Anche se ci sfiora soltanto, fa male trovarsi di nuovo in questo tipo di problemi. Ci sono purtroppo ancora storture che vanno sradicate».
Presidente, si parla sempre della sanità come eccellenza, eppure casi simili si stanno ripetendo da anni con una certa frequenza. Qual è, secondo lei, lo stato di salute reale del sistema?
«Guardi, da un punto di vista qualitativo continua giustamente a essere considerata a livelli d’eccellenza. Ne ho avuto la riprova anche l’altra sera, alla cerimonia per i 90 anni dell’Istituto dei tumori, una struttura che ci è invidiata a livello italiano e internazionale. Dall’altro, non si può nascondere il fatto che ci siano storture che vanno eliminate».
Finora, a ogni scandalo seguiva l’istituzione di un nuovo organismo di controllo. In ordine sparso, ci sono stati la nomina ad hoc da parte di Maroni di un ex magistrato come Gustavo Cioppa a sottosegretario (tra l’altro ora indagato per favoreggiamento e abuso d’ufficio in quest’ultima inchiesta sulle forniture ospedaliere del Pini e del Galeazzi), l’Agenzia regionale anticorruzione, un’Agenzia dei controlli e un Comitato regionale per la trasparenza sugli appalti.
Non sono troppi attori che rischiano solo di sovrapporsi?
«Sì, in effetti gli organismi di controllo oggi sono un po’ troppi. E infatti avevo deciso, ancor prima di questo scandalo, di provare a mettere ordine. Perché sicuramente è necessario razionalizzare, e per questo stiamo predisponendo un progetto di legge che sarà pronto entro la fine di maggio che darà vita a un’unica agenzia che avrà il compito di fare controlli più estesi possibili su tutte le partite gestite
Agenzia unica
Dal punto di vista qualitativo il sistema si conferma d’eccellenza, per il resto è inutile nascondere i problemi Gli organismi che devono verificare oggi sono troppi, dobbiamo razionalizzare: perciò lavoriamo a un progetto di legge che sarà pronto entro maggio e darà vita a un’unica agenzia per la vigilanza
dalla Regione. Sarà qualcosa di concretamente operativo».
A questo proposito, il Corriere ha riportato ieri la relazione in cui Arac ammette tutti i problemi di funzionamento della struttura e chiede a Palazzo Lombardia poteri ispettivi, oltre ad autonomia e indipendenza.
«Il problema, però, non siamo noi come Regione».
E qual è il problema, allora?
«Le spiego: non siamo noi a concedere o meno ad Arac questi poteri. Ricordo che alla sua nascita ci fu una lettera formale inviata dall’Agenzia nazionale anticorruzione che diceva esplicitamente che non è consentito al legislatore regionale dare ad Arac compiti analoghi a quelli dell’agenzia nazionale. Vede, ci sono dei limiti: l’Arac non può avere compiti di polizia giudiziaria, né poteri analoghi a quelli