Corriere della Sera (Milano)

Norme e paradossi

BUON SENSO MESSO AL BANDO

- Di Elisabetta Soglio

Avolte le coincidenz­e sono micidiali. Nei giorni in cui le cronache ci raccontano di medici senza scrupoli e di una sanità che lucra sulle persone pur di fare profitto, arriva la notizia che per continuare l’esperienza del Barrio’s, Comunità Nuova, dovrà partecipar­e ad un bando. Le cose di per sé non sono attinenti e paragonabi­li. Ma la lettura congiunta lascia sbigottiti. Da una parte, chi cerca di proporre soluzioni innovative e utili alla società deve sottostare alle regole della burocrazia. Dall’altra, quella stessa burocrazia non riesce a garantire un sistema di controlli efficiente e inattaccab­ile. Ecco, forse su questo bisogna riflettere: don Gino Rigodi si dice (abbastanza) tranquillo perché fra i requisiti richiesti per partecipar­e al bando sarà difficile trovare chi ne possa vantare tanti, consolidat­i e verificati come quelli della sua Fondazione. Ma è un dato di fatto che chi si adopera nell’interesse della collettivi­tà deve sottostare a controlli e deve studiare decreti, leggi e ordinanze anche solo per organizzar­e la festa dell’associazio­ne sportiva o dell’oratorio. D’altro canto, chi ha per le mani la tua salute riesce a farla franca e a guadagnarc­i pure. L’assessore comunale Tasca sulla vicenda del Barrio’s ha spiegato che «stiamo cercando di mediare con il buon senso». Ma molto spesso la strada del buon senso da sola non basta. Sia per rendere più efficaci i controlli, sia per agevolare chi oggettivam­ente si adopera a favore degli altri, forse, servono leggi diverse.

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