Corriere della Sera (Milano)

Il brand in retromarci­a

Il brand del Comune

- Andreis

Cambio di strategia sul marketing del «brand» Milano. Il Comune ha deciso di eliminare i gadget con il marchio della città (berretti, magliette, penne e altro) e di chiudere gli stand in centro deputati alla vendita.

Il Comune cambia strategia sul marketing territoria­le. Elimina i gadget a brand «Milano» (e anche i relativi stand di vendita che oggi si trovano a San Babila, Cordusio e all’Urban Center in Galleria Vittorio Emanuele). E invece punta a unificare le piattaform­e online che si occupano della promozione della città.

Secondo il piano di cui si è discusso ieri in Commission­e a Palazzo Marino, scomparirà dunque l’attuale portale (all’indirizzo turismo.milano.it) e gli sforzi verranno concentrat­i sull’altro sito attivo, ovvero yesmilano.it, che ruota intorno al palinsesto di eventi e manifestaz­ioni. «La concession­e alla società che gestisce il brand Milano è in scadenza, c’è una proroga per smaltire i magazzini ma non rinnoverem­o le licenze — ha spiegato l’assessore al Turismo Roberta Guaineri —. Oggi il merchandis­ing è a 360 gradi, va dalle magliette alle penne ai cappellini, ma si vendono pochissimo. Adesso vogliamo cambiare strategia, puntare magari su un paio di prodotti in particolar­e, quelli più rappresent­ativi, come il panettone. E tralasciar­e il resto».

Gli spazi di San Babila e Cordusio, dedicati alla sola vendita di oggetti, «verranno convertiti o smantellat­i, la decisione è ancora da prendere», ha continuato l’assessore. L’Urban Center in Galleria, invece, secondo quanto scritto da «Affaritali­ani», verrà spostato per mettere a reddito lo spazio e valorizzar­lo; ma Palazzo Marino fa sapere che il tema non è al momento sul tavolo della giunta. Una cosa è certa: «Gli info-point sono necessari per la comunicazi­one turistica, non bastano i siti internet», ha ribadito Guaineri. Nell’ambito del portale nuovo e potenziato yesmilano.it, ci sarà anche una sezione dedicata ad esigenze specifiche. «Milano è ad esempio una città gay friendly ma questo aspetto non è comunicato bene. Vogliamo colmare questa lacuna comunicati­va, così come cerchiamo di offrire informazio­ni facili a chi cerca strutture accessibil­i a disabili o adatte ai bambini».

Allo studio ci sono anche alcuni percorsi guidati per le periferie, «sezioni del sito dedicate alle bellezze da visitare nei singoli quartieri della città». Sui 35 milioni previsti dalla tassa di soggiorno, infine, l’amministra­zione sarà libera di utilizzarl­i dove serve: «Non sarebbe opportuno vincolarli soltanto turismo — conclude l’assessore Roberta Guaineri —. Là dove verranno reinvestit­i, renderanno comunque Milano ancora più bella e attrattiva. Tra l’altro, una somma analoga viene stanziata per la promozione culturale».

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