Vitalizi, legge da votare subito o saltano i tagli
Scade la riduzione del 10%: tocca 200 politici. Il nuovo Consiglio chiamato a votare
Se il nuovo consiglio regionale non si affretta a varare una nuova legge, a fine anno oltre 200 ex politici lombardi torneranno a percepire integralmente i loro vitalizi. Perché il testo che aveva introdotto una riduzione del 10 per cento aveva valore temporaneo e scade, appunto, tra pochi mesi. Una grana per i neoeletti, che devono districarsi tra una pioggia di ricorsi.
Il taglio sui vitalizi per gli ex consiglieri della Regione scade a fine anno: gli oltre 200 politici beneficiari della pensione d’oro potrebbero tra qualche mese tornare a percepire l’assegno con l’importo pieno. A meno che non intervenga una nuova legge del Pirellone.
Una grana. Perché sulla questione vitalizi pendono già i ricorsi firmati dall’associazione che raccoglie gli ex eletti del Pirellone e perché il tema è di quelli «sensibili», destinati cioè a sicure polemiche e critiche. La questione (ri)nasce da un particolare poco conosciuto. La legge che introduceva un taglio medio del dieci per cento sulle pensioni degli ex politici aveva una caratteristica: era a tempo. In pratica, pensando di aggirare i ricorsi (che sono arrivati lo stesso) i consiglieri regionali della scorsa legislatura, per operare la sforbiciata sui vitalizi dei colleghi ormai in pensione, avevano pensato a un escamotage: legare la misura di contenimento dei costi pubblici alla crisi economica che il Paese stava attraversando. Scadenza prevista dei tagli: 31 dicembre 2018. Questo prevedeva la legge del 2014. E ora? Dario Violi, ex candidato governatore del Movimento Cinque Stelle, non vuole perdere tempo: «In settimana depositeremo il nuovo progetto di legge che ricalcherà quello poi approvato dall’aula quattro anni fa. Torneremo però a chiedere il ricalcolo delle cifre attraverso il sistema contributivo e che gli assegni vengano revocati nel caso il beneficiario abbia subito sentenze di condanne definitive. La volta scorsa questi punti non vennero accolti, si spera che nel frattempo la sensibilità dei partiti sia cambiata». L’orientamento dell’Aula per ora sembra univoco. Fabio Pizzul a nome del Pd dice che la legge del 2014 «rappresenta un buon punto d’equilibro e che come tale va riconfermata». Anche Gianluca Comazzi di Forza Italia garantisce che il suo partito si spenderà in favore della «sobrietà della politica». E le buone intenzioni non rimarranno sulla carta, assicurano i protagonisti.
Si vedrà; è utile però nel frattempo fare un po’ di ordine sulla vicenda. I vitalizi per i consiglieri lombardi oggi non esistono più: sono stati aboliti da una legge regionale del 2011. A pesare però sulle casse del Consiglio sono gli assegni da versare a più di 200 ex politici. È su questi importi che nel 2014 il Pirellone ha operato la sforbiciata per ragioni, appunto, di solidarietà economica. Il risparmio sfiora i 700 mila euro all’anno, anche se sul provvedimento gravano i ricorsi firmati da 54 ex eletti.
«Nell’approvazione della legge quest’anno avremo un vantaggio», osserva ancora Violi: «La possibilità, cioè, di coordinarci con la Camera dei deputati che col suo presidente ha annunciato di voler procedere lungo la strada dell’abbattimento dei costi della politica». Un’avvertenza: l’esponente dei Cinque Stelle chiederà, parallelamente alla legge sul nuovo taglio, di studiare delle forme di copertura pensionistica per gli attuali consiglieri. Una correzione di rotta in difesa dei politici?«No, perché l’essenziale — dice Violi — è che qualsiasi importo sia calcolato sui contributi effettivamente versati. Come le pensioni di tutti gli altri cittadini. Né più né meno».
Pensioni d’oro L’intento di confermare la misura è bipartisan, ma 54 ex eletti hanno fatto ricorso