Corriere della Sera (Milano)

Cornacchio­ne-story: «Sono un timido»

Zelig Cabaret

- Livia Grossi

Sul palco di viale Monza 140, Antonio Cornacchio­ne parla di sé, dagli esordi ad oggi, un’intervista-spettacolo condotta da Giancarlo Bozzo, fondatore dello storico locale (ore 21, 15 euro, tel. 02.255.1774). «La mia prima volta a Zelig fu nel 1990», ricorda il comico. «All’epoca lavoravo all’Olivetti e alla sera quando non avevo lezione alla scuola di teatro dell’Arsenale, andavo a “studiare” i comici che si esibivano nel tempio del cabaret, quel locale lo conoscevo bene, era nello stesso cortile del ristorante Officina dove pranzavo ogni giorno con i miei colleghi di lavoro». E qui Cornacchio­ne svela la sua antica timidezza, «quando andavo ai provini di Zelig non avevo il coraggio di salire sul palco e mi mettevo a guardare gli altri, a un certo punto Bozzo mi ha visto e mi ha incoraggia­to, ma non sapendo usare neanche il microfono, il tecnico mi ha dovuto fare uno strano accrocchio da appendere al collo, tipo la fisarmonic­a di Bob Dylan». Un esordio con la tremarella, «nessun personaggi­o, parlavo solo di me e delle mie paure, per fortuna dopo un anno ho conosciuto Paolo Rossi, Lucia Vasini, Gianni Palladino, Bebo Storti, Aldo Giovanni e Giacomo e da lì è iniziato tutto». L’intervista di stasera è una delle puntate di «Stars» e andrà in onda martedì sera sul canale digitale 243.

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