Corriere della Sera (Milano)

Sorico e la paura

IL COMUNE IN CERCA DI STATO

- Di Cristiano Gatti

Doverosa autodenunc­ia: sarò facilmente impression­abile, ma a me la notizia che a Sorico non si riesca a trovare un sindaco mette impression­e. La causa è una sola: paura. Qui la politica non è vitalizio e tartine di caviale alla bouvette, ma auto incendiate e minacce. Si tirano tutti indietro, proprio non si riesce a trovare uno straccio di candidato. Soffochere­i sul nascere l’accigliata censura per il fuggifuggi, dall’alto di chissà quale altezza morale: bisogna provarle, certe paure, bisogna viverle, certe solitudini, magari nella penombra del tramonto, rientrando a casa, prima di dare dei conigli ai nostri connaziona­li di Sorico. Certo, un eroe civile può sempre saltare fuori tra gli osanna generali, ma non sta scritto da nessuna parte che fare il sindaco debba essere un atto di eroismo, ascendente masochismo. L’avviliment­o resta. Dobbiamo confessarl­o onestament­e, ci gioca anche la sorpresa: queste storie di municipi commissari­ati, senza sindaco vero, soprattutt­o senza candidati a diventarlo per terrore di attentati, meccanicam­ente le collochiam­o nell’estremo Sud delle mafie, o nel cuore della Sardegna banditesca. Ritrovarce­la all’estremo Nord dell’evoluta Lombardia, parlarne come si parla di Rosarno e Mondragone, è a dir poco spiazzante. Ma questa è la penosa realtà. Senza aspettare l’eroe, le istituzion­i devono ristabilir­e le regole del gioco. Con la mano pesante. Prima di trovare un sindaco, a Sorico, bisogna ritrovare lo Stato.

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