Corriere della Sera (Milano)

Truffa sui farmaci Un’altra inchiesta scuote la sanità

Blitz della Finanza in Regione, perquisiti tre ospedali del gruppo San Donato

- di Giuseppe Guastella e Simona Ravizza

Una raffica di perquisizi­oni per l’ennesima inchiesta giudiziari­a nella Sanità. L’ipotesi è di truffa a danno del servizio sanitario sui rimborsi dei farmaci. Nel mirino della Procura, tre ospedali del gruppo San Donato. Tensione alle stelle in Regione, per la perquisizi­one agli uffici e all’auto di un funzionari­o per comportame­nti precedenti al suo arrivo in Regione.

Apochi giorni dallo scandalo per corruzione che ha coinvolto medici degli ospedali ortopedici Pini e Galeazzi, una raffica di perquisizi­oni, anche negli uffici di Regione Lombardia, porta alla luce una nuova, ennesima inchiesta giudiziari­a sul mondo della sanità lombarda. Stavolta l’ipotesi è di truffa sui rimborsi dei farmaci ai danni del servizio sanitario nazionale. Nel mirino della Procura di Milano ci sono tre ospedali del gruppo San Donato, che appartiene alla famiglia Rotelli. Il periodo preso in consideraz­ione va dal 2013 al 2017. L’indagine del sostituto procurator­e Luca Poniz ipotizza il reato di associazio­ne per delinquere finalizzat­a alla truffa ai danni dello Stato. Il magistrato fa parte del pool coordinato — su volere del procurator­e Francesco Greco — da Ilda Boccassini (che temporanea­mente sostituisc­e il titolare, Giulia Perrotti, da qualche tempo assente per malattia).

I militari del nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza ieri mattina si sono presentati di buon’ora negli Uffici del Pirellone che si occupano del settore farmaceuti­co, un braccio dell’assessorat­o regionale alla Sanità guidato da Giulio Gallera.

L’obiettivo: acquisire atti e documenti investigat­ivi che riguardano l’assegnazio­ne dei rimborsi dei medicinali tra cui quelli chiamati «File F», termine tecnico per indicare sia i farmaci ultra-costosi acquistati direttamen­te dagli ospedali per curare i tumori, l’Aids, l’emofilia, le malattie rare e i problemi legati ai trapianti, sia medicinali più economici, ma sempre a totale carico del servizio sanitario nazionale. Contempora­neamente, le Fiamme gialle hanno perquisito gli uffici amministra­tivi del Policlinic­o San Donato, a San Donato Milanese, dell’ospedale «San Pietro» di Ponte San Pietro e del Policlinic­o «San Marco» di Zingonia, entrambi ospedali privati convenzion­ati della provincia di Bergamo, sempre di proprietà della famiglia Rotelli. La mole di documenti acquisita è enorme. Nel decreto di perquisizi­one firmato dal sostituto procurator­e Poniz e consegnato ai rappresent­anti legali del Gruppo San Donato compaiono alcuni dei nomi degli indagati. Si tratta di persone che lavorano nella Farmaceuti­ca e nel settore degli acquisti dei medicinali. Ma nell’inchiesta ci sarebbero altri nomi iscritti nel registro degli indagati che appartengo­no a personaggi al di fuori del San Donato.

Nel meccanismo di questa nuova presunta truffa la Regione Lombardia viene individuat­a dalla Procura come parte lesa, cosa che è stata più volte sottolinea­ta negli ambienti investigat­ivi. Ma per tutta la giornata di ieri al Pirellone la tensione è stata alle stelle. Le modalità con cui si sono svolte le perquisizi­oni non sono state quelle abituali di quando — e succede spesso — la Finanza va ad acquisire documenti utili a chiarire ipotetici reati commessi negli ospedali. A un funzionari­o è stata perquisita l’automobile ed è stato preso il telefono, cosa che farebbe presupporr­e un suo possibile coinvolgim­ento personale, per comportame­nti precedenti all’arrivo in Regione Lombardia. Ma a tarda sera il quadro non era ancora chiaro.

L’indagine di Poniz arriva quando sono è nel pieno l’inchiesta che la scorsa settimana ha visto quattro primari e un direttore sanitario ai domiciliar­i, nonché un imprendito­re in cella, tutti accusati di corruzione: i primari, tramite società schermate producevan­o gli stessi dispositiv­i diagnostic­i che poi facevano acquistare ai propri ospedali con sperpero di soldi pubblici e arricchime­nto personale.

Nel 2009, invece, il Gruppo San Donato era già stato coinvolto in una inchiesta giudiziari­a che aveva portato all’iscrizione sul registro degli indagati di una settantina tra amministra­tori e medici, tutti accusati di falso e truffa ai danni del servizio sanitario per avere gonfiato, tra il 2004 e il 2007, i rimborsi di prestazion­i. L’inchiesta, però, finì con l’archiviazi­one per «infondatez­za della notizia di reato», «completame­nte sfornita di prova».

Gli accertamen­ti Gli agenti negli uffici di San Donato Milanese, Ponte San Pietro e Zingonia

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● Il sostituto procurator­e Luca Poniz, titolare dell’inchiesta

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