Torna dopo anni la piscina dei lodigiani Finanziamenti pronti
Piano da 1,3 milioni. Con lo stadio è l’impianto più vecchio
LODI Quando riaprirà al pubblico fra un anno i lodigiani stenteranno a riconoscere la «piscina del ponte». Niente più trampolino da dieci metri, già abbattuto per la sua pericolosità; niente più tribune a bordo vasca, teatro per decenni delle imprese della Fanfulla Pallanuoto (arrivata anche in serie A2) da tempo emigrata nell’impianto olimpionico della Faustina.
La piscina scoperta Ferrabini, nota anche come «Attilio Concardi», sarà demolita e rifatta da capo. Costo dell’impresa 1,3 milioni di euro. Così almeno stabilisce il progetto definitivo approdato ieri pomeriggio in giunta comunale e che l’amministrazione di centrodestra di Sara Casanova approverà nei prossimi giorni dando così il via alla prima grande opera pubblica del proprio mandato.
Un’opera simbolica perché la «Concardi» è anche uno dei due impianti sportivi il cui bando di gestione ha portato all’arresto del precedente sindaco Simone Uggetti decretando in colpo solo sia la fine dell’amministrazione dem, sia il de profundis di una delle strutture sportive più vecchie e storiche di Lodi, costruita negli anni Cinquanta e frequentata ogni estate da migliaia di lodigiani attirati dalla vicinanza al fiume Adda e dalle tariffe popolari.
Dal settembre 2015 la piscina estiva non ha più riaperto i battenti e ora versa in uno stato di degrado inimmaginabile con vasca, spogliatoi, locale bar ed esterni da rifare completamente. Il primo stop era arrivato nel maggio 2016 con l’inchiesta giudiziaria costata il carcere all’ex sindaco per «turbativa d’asta» sul bando di gestione; il secondo pochi mesi dopo quando il suo successore, il commissario prefettizio Mariano Savastano, stabilì che la struttura sportiva non era a norma e che per il nullaosta sarebbero stati necessari lavori per almeno 700mila euro.
L’attuale amministrazione ha appena varato un piano di recupero per un importo quasi doppio: il progetto prevede l’abbattimento di tribune e spogliatoi, nuovo ingresso/ reception, la sostituzione delle vasche e la realizzazione di aree verdi ovunque al posto della ghiaia odierna. L’obiettivo è quello di restituire alla città un impianto più moderno, verde ed elegante.
«La piscina è chiusa da anni e i lodigiani ne chiedono a gran voce la riapertura — afferma l’assessore alle opere pubbliche Claudia Rizzi —; abbiamo scelto di investire qualcosa in più rispetto ai lavori indicati dal commissario perché la Ferrabini è un bene storico della città, ma di concezione vetusta». Per riottenere la riapertura dell’impianto si erano mossi anche i cittadini dell’Oltreadda e la «social street» del quartiere con una petizione arrivata a oltre 1200 firme. Nonostante il progetto i cittadini restano scettici: «La chiusura della piscina ha creato problemi sia economici che sociali — afferma il portavoce Carlo Baioni —: basti pensare all’oratorio che non sa più dove mandare i ragazzi per il Grest o agli esercizi commerciali che hanno perso sicuri incassi. Bene il progetto, ma se la piscina non sarà pronta per l’anno prossimo torneremo a protestare».