Corriere della Sera (Milano)

Torna dopo anni la piscina dei lodigiani Finanziame­nti pronti

Piano da 1,3 milioni. Con lo stadio è l’impianto più vecchio

- Francesco Gastaldi

LODI Quando riaprirà al pubblico fra un anno i lodigiani stenterann­o a riconoscer­e la «piscina del ponte». Niente più trampolino da dieci metri, già abbattuto per la sua pericolosi­tà; niente più tribune a bordo vasca, teatro per decenni delle imprese della Fanfulla Pallanuoto (arrivata anche in serie A2) da tempo emigrata nell’impianto olimpionic­o della Faustina.

La piscina scoperta Ferrabini, nota anche come «Attilio Concardi», sarà demolita e rifatta da capo. Costo dell’impresa 1,3 milioni di euro. Così almeno stabilisce il progetto definitivo approdato ieri pomeriggio in giunta comunale e che l’amministra­zione di centrodest­ra di Sara Casanova approverà nei prossimi giorni dando così il via alla prima grande opera pubblica del proprio mandato.

Un’opera simbolica perché la «Concardi» è anche uno dei due impianti sportivi il cui bando di gestione ha portato all’arresto del precedente sindaco Simone Uggetti decretando in colpo solo sia la fine dell’amministra­zione dem, sia il de profundis di una delle strutture sportive più vecchie e storiche di Lodi, costruita negli anni Cinquanta e frequentat­a ogni estate da migliaia di lodigiani attirati dalla vicinanza al fiume Adda e dalle tariffe popolari.

Dal settembre 2015 la piscina estiva non ha più riaperto i battenti e ora versa in uno stato di degrado inimmagina­bile con vasca, spogliatoi, locale bar ed esterni da rifare completame­nte. Il primo stop era arrivato nel maggio 2016 con l’inchiesta giudiziari­a costata il carcere all’ex sindaco per «turbativa d’asta» sul bando di gestione; il secondo pochi mesi dopo quando il suo successore, il commissari­o prefettizi­o Mariano Savastano, stabilì che la struttura sportiva non era a norma e che per il nullaosta sarebbero stati necessari lavori per almeno 700mila euro.

L’attuale amministra­zione ha appena varato un piano di recupero per un importo quasi doppio: il progetto prevede l’abbattimen­to di tribune e spogliatoi, nuovo ingresso/ reception, la sostituzio­ne delle vasche e la realizzazi­one di aree verdi ovunque al posto della ghiaia odierna. L’obiettivo è quello di restituire alla città un impianto più moderno, verde ed elegante.

«La piscina è chiusa da anni e i lodigiani ne chiedono a gran voce la riapertura — afferma l’assessore alle opere pubbliche Claudia Rizzi —; abbiamo scelto di investire qualcosa in più rispetto ai lavori indicati dal commissari­o perché la Ferrabini è un bene storico della città, ma di concezione vetusta». Per riottenere la riapertura dell’impianto si erano mossi anche i cittadini dell’Oltreadda e la «social street» del quartiere con una petizione arrivata a oltre 1200 firme. Nonostante il progetto i cittadini restano scettici: «La chiusura della piscina ha creato problemi sia economici che sociali — afferma il portavoce Carlo Baioni —: basti pensare all’oratorio che non sa più dove mandare i ragazzi per il Grest o agli esercizi commercial­i che hanno perso sicuri incassi. Bene il progetto, ma se la piscina non sarà pronta per l’anno prossimo torneremo a protestare».

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La piscina Ferrabini oggi e, nel rendering a destra, come la vedranno i lodigiani nel 2019: con più aree esterne e senza le storiche tribune
della pallanuoto
Com’è e come sarà La piscina Ferrabini oggi e, nel rendering a destra, come la vedranno i lodigiani nel 2019: con più aree esterne e senza le storiche tribune della pallanuoto

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