Corriere della Sera (Milano)

Leoncavall­o, il Comune rilancia

Tavolo «segreto» in Prefettura per risolvere il caso. Offerto ai Cabassi scambio di volumetrie

- Maurizio Giannattas­io Gianni Santucci

È partita in gran segreto la trattativa sul Leoncavall­o. Un tavolo a tre, Prefettura, Comune, Cabassi, proprietar­io dell’ex cartiera di via Watteau occupata dal centro sociale dal 1994. Abbandonat­a la permuta, la soluzione potrebbe essere lo scambio di volumetrie.

È partita in gran segreto la trattativa sul Leoncavall­o. Un tavolo a tre, prefettura, Comune, gruppo Cabassi, proprietar­io del capannone industrial­e di via Watteau occupato dal centro sociale nel lontano 1994. L’ordine è di tenere le bocche cucite visto come sono andati a finire gli ultimi tentativi per sanare una situazione che si protrae da 28 anni. Abbandonat­a la strada della permuta, la soluzione potrebbe essere quella di uno scambio di volumetrie. L’ex cartiera dismettere­bbe il suo valore immobiliar­e per mantenere solo le funzioni legate ad attività sociali e di servizio, il Leonka rimarrebbe dentro, mentre le volumetrie edificator­ie verrebbero trasferite in un’altra area di proprietà dei Cabassi. Se non fosse un’area di proprietà il meccanismo sarebbe più complicato, ma comunque percorribi­le perché c’è sempre la possibilit­à di inserirle nel «borsino» e di rivenderle. Per un’operazione del genere serve però una variante al piano di governo del territorio. L’occasione potrebbe essere la redazione del nuovo Pgt che verrà discusso a breve, già prima dell’estate. Adesso la palla passa nelle mani del gruppo Cabassi che deve valutare se l’opzione messa sul tavolo è di proprio gradimento o meno.

Situazione delicata. Da Comune e prefettura nessun commento. Stesso discorso per i Cabassi. Quando a gennaio l’assessore all’Urbanistic­a, Pierfrance­sco Maran, aveva fatto intendere che si poteva riprendere in mano la vecchia delibera che prevedeva lo scambio tra il capannone di via Watteau e due edifici in due aree comunali (l’ex scuola di via Zama e un gruppo di palazzine di via Trivulzio), il gruppo privato aveva rilasciato una dichiarazi­one secca: «Si smentisce ogni interesse o trattativa persistent­e sull’immobile di via Zama». Adesso con la mediazione della prefettura e la nuova proposta da parte del Comune, la partita potrebbe riaprirsi anche se non sono in molti quelli che scommetton­o sulla buona riuscita dell’operazione. Nessuno si dimentica come andò a finire la volta scorsa, quando la stessa maggioranz­a di centrosini­stra lasciò naufragare la delibera di permuta tra spaccature e polemiche infinite. Ora è ancora più complicato perché a differenza della vecchia delibera che prevedeva la cessione di un bene pubblico degradato che sarebbe stato però riqualific­ato, l’attribuzio­ne di volumetrie verrebbe letta come un favore ai proprietar­i. Una delle critiche mosse dall’allora presidente del Consiglio comunale, Basilio Rizzo, da sempre contrario allo scambio visto come un «regalo» alla famiglia Cabassi.

Una cosa è certa. Il gruppo Cabassi vuole rientrare in possesso della proprietà o quanto meno dei diritti sulla proprietà dopo un’ottantina di visite a vuoto dell’ufficiale giudiziari­o. Lo sfratto annunciato più volte non è mai stato eseguito. Così come non sono andati in porto i vari tentativi di regolarizz­azione del Leonka. Nel tempo se ne sono contati parecchi. Il primo risale addirittur­a al 1999 con il sindaco Gabriele Albertini che aveva annunciato l’ apertura a tutto campo, «dalla Pirelli al Leonka», ma il Comune e il centro sociale non hanno mai trovato l’ accordo. Il progetto prevedeva che i giovani «antagonist­i» si mettessero in regola con l’ aiuto economico della Fondazione Cariplo e la mediazione di Palazzo Marino. Un nulla di fatto che si è ripetuto senza soluzione di continuità.

Il piano riservato Per salvare il centro sociale c’è l’ipotesi di offrire ai privati metri cubi su un’altra area

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Il capannone industrial­e che oggi ospita il centro sociale Leoncavall­o: la proprietà è del gruppo Cabassi
Via Watteau Il capannone industrial­e che oggi ospita il centro sociale Leoncavall­o: la proprietà è del gruppo Cabassi

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