Leoncavallo, il Comune rilancia
Tavolo «segreto» in Prefettura per risolvere il caso. Offerto ai Cabassi scambio di volumetrie
È partita in gran segreto la trattativa sul Leoncavallo. Un tavolo a tre, Prefettura, Comune, Cabassi, proprietario dell’ex cartiera di via Watteau occupata dal centro sociale dal 1994. Abbandonata la permuta, la soluzione potrebbe essere lo scambio di volumetrie.
È partita in gran segreto la trattativa sul Leoncavallo. Un tavolo a tre, prefettura, Comune, gruppo Cabassi, proprietario del capannone industriale di via Watteau occupato dal centro sociale nel lontano 1994. L’ordine è di tenere le bocche cucite visto come sono andati a finire gli ultimi tentativi per sanare una situazione che si protrae da 28 anni. Abbandonata la strada della permuta, la soluzione potrebbe essere quella di uno scambio di volumetrie. L’ex cartiera dismetterebbe il suo valore immobiliare per mantenere solo le funzioni legate ad attività sociali e di servizio, il Leonka rimarrebbe dentro, mentre le volumetrie edificatorie verrebbero trasferite in un’altra area di proprietà dei Cabassi. Se non fosse un’area di proprietà il meccanismo sarebbe più complicato, ma comunque percorribile perché c’è sempre la possibilità di inserirle nel «borsino» e di rivenderle. Per un’operazione del genere serve però una variante al piano di governo del territorio. L’occasione potrebbe essere la redazione del nuovo Pgt che verrà discusso a breve, già prima dell’estate. Adesso la palla passa nelle mani del gruppo Cabassi che deve valutare se l’opzione messa sul tavolo è di proprio gradimento o meno.
Situazione delicata. Da Comune e prefettura nessun commento. Stesso discorso per i Cabassi. Quando a gennaio l’assessore all’Urbanistica, Pierfrancesco Maran, aveva fatto intendere che si poteva riprendere in mano la vecchia delibera che prevedeva lo scambio tra il capannone di via Watteau e due edifici in due aree comunali (l’ex scuola di via Zama e un gruppo di palazzine di via Trivulzio), il gruppo privato aveva rilasciato una dichiarazione secca: «Si smentisce ogni interesse o trattativa persistente sull’immobile di via Zama». Adesso con la mediazione della prefettura e la nuova proposta da parte del Comune, la partita potrebbe riaprirsi anche se non sono in molti quelli che scommettono sulla buona riuscita dell’operazione. Nessuno si dimentica come andò a finire la volta scorsa, quando la stessa maggioranza di centrosinistra lasciò naufragare la delibera di permuta tra spaccature e polemiche infinite. Ora è ancora più complicato perché a differenza della vecchia delibera che prevedeva la cessione di un bene pubblico degradato che sarebbe stato però riqualificato, l’attribuzione di volumetrie verrebbe letta come un favore ai proprietari. Una delle critiche mosse dall’allora presidente del Consiglio comunale, Basilio Rizzo, da sempre contrario allo scambio visto come un «regalo» alla famiglia Cabassi.
Una cosa è certa. Il gruppo Cabassi vuole rientrare in possesso della proprietà o quanto meno dei diritti sulla proprietà dopo un’ottantina di visite a vuoto dell’ufficiale giudiziario. Lo sfratto annunciato più volte non è mai stato eseguito. Così come non sono andati in porto i vari tentativi di regolarizzazione del Leonka. Nel tempo se ne sono contati parecchi. Il primo risale addirittura al 1999 con il sindaco Gabriele Albertini che aveva annunciato l’ apertura a tutto campo, «dalla Pirelli al Leonka», ma il Comune e il centro sociale non hanno mai trovato l’ accordo. Il progetto prevedeva che i giovani «antagonisti» si mettessero in regola con l’ aiuto economico della Fondazione Cariplo e la mediazione di Palazzo Marino. Un nulla di fatto che si è ripetuto senza soluzione di continuità.
Il piano riservato Per salvare il centro sociale c’è l’ipotesi di offrire ai privati metri cubi su un’altra area