Design, affari record di negozi e ristoranti
Code in Fiera: oggi le ultime visite
Dietro le quinte del Fuori- salone lavorano profes- sionisti infaticabili. Dalla giurista del Milano design award Valentina Ventrelli al tuttofare Giacomo Valentini, da Antonello Fusé di Makershub a Renato Mirone, promotore del design «circolare». E la città registra numeri record. Hotel esauriti al 95 per cento, ricavi di 120 milioni per bar, ristoranti e servizi di catering. Ma i milanesi protestano per i troppi venditori abusivi. L’assessore al Turismo Roberta Guaineri: «Movida trasversale». La ministra degli Emirati arabi al debutto al Salone: «Impariamo a rinnovarci».
«Il Salone del Mobile è nato nel 1961, il mio Paese dieci anni dopo. Abbiamo dunque il dovere di essere qui, per attingere dalla vostra esperienza e per promuovere i nostri giovani». Noura bint Mohammed Al Kaabi, classe '79, master alla Business School di Londra, è la ministra della Cultura degli Emirati Arabi Uniti. È a Milano per la Design Week. Hijab in testa, occhiali da vista di ultima generazione, la ministra non si lascia troppo intimidire dalla folla e all’appuntamento arriva a piedi, come una visitatrice comune.
È la prima volta che gli Emirati sono presenti ufficialmente al Salone del Mobile. Cosa vi ha portato qui?
«Il design non è solo business ma è anche un movimento che stimola cambiamento. È bello vedere quanti giovani siano partiti dal Medio Oriente per essere qui. Non parlo solo di addetti ai lavori ma anche artisti, stilisti, pensatori che sono qui per presentarsi, per rappresentare la nostra cultura ma anche per imparare. E mi rende particolarmente orgogliosa vedere tante ragazze».
Il design può essere una via per l’affermazione dei diritti in Medio Oriente, lo stiamo vedendo anche in altri Paesi. È un settore in crescita negli Emirati?
«Assolutamente. Siamo partiti dal Design District di Dubai che abbiamo sostenuto come ministero. E turisti da tutto il mondo arrivano da noi per ammirare la nostra architettura e le nostre tradizioni. A novembre avremo anche noi la nostra Design Week. Ma, cosa più importante, a Dubai ha aperto l’Institute of Design and Innovation dove si formano studenti emiratini e stranieri». Dopo il design, anche la moda?
«Già da tempo stiamo guardando oltre. Grazie alla nostra struttura di Gabinetto (gli emirati hanno 30 ministeri, compresa Felicità, Intelligenza artificiale e giovani, ndr) stiamo sostenendo ogni tipo di innovazione. Dalla moda, certo, passando per la tecnologia, fino all’ingegneria. Solo così si sostiene il futuro».
@martaserafini