Il supermarket nato su Internet apre le vetrine
Da Internet alle vetrine su strada il caso del supermarket Weygo Il titolare: «Ora batto gli scontrini»
Il reflusso dell’e-commerce ha portato You Liu, a 30 anni, a battere scontrini seduto alla cassa di un supermercato in viale Monza. «Non è una sconfitta, ma una ripartenza» dice. Solo due anni fa, il giovane imprenditore era alla guida della piattaforma Weygo, lanciata in pompa magna a Milano con ospite l’ex sindaco Letizia Moratti. Doveva essere la via italo-cinese alla spesa online: ma non è andata come previsto. La settimana scorsa Hu ha fatto una mossa controcorrente. Ha aperto un supermercato «vero». Scaffali carrelli e tutto il resto, al centro della Chinatown 2.0 che sta sorgendo a Nord di Loreto. Il luogo non è casuale: «In via Paolo Sarpi gli affitti sono saliti troppo». Diversi imprenditori si stanno spostando qui» racconta Liu. Intorno, le insegne a idiogrammi di ristoranti, bar e negozi confermano. Quella di Liu è ispirata per grafica e colori al sito internet, che però ora è off-line. Anche il nome è lo stesso.
Nell’era della spesa online il caso Weygo sembra un anacronismo. Negli ultimi anni gli spazi occupati dell’e-commerce sono cresciuti esponenzialmente. Secondo alcuni osservatori invece le superfici dei supermercati tradizionali sono destinate a ridursi. «Il trend è già in atto a Milano» osserva Duccio Vitali di Alkemy, società di marketing digitale. «Da una parte la grande distribuzione ha necessità ridotte rispetto al passato, dall’altra i consumi si spostano sempre più verso la consegna diretta. Non a caso le basi logistiche dei colossi dell’e-commerce si stanno moltiplicando». Zalando a Stradella, evendite Price a Truccazzano, Tannico ad Arese, Yoox a Landriano. Ad Affori infine Amazon, che effettua consegne a domicilio in un’ora. Anche You Liu aveva un magazzino invidiabile al Gallaratese, 3mila mq e 30 dipendenti: «La domanda non mancava, ma non abbastanza da assorbire il continuo ricambio della merce. Chi tratta alimentari non può permettersi lunghe giacenze. I costi possono diventre insostenibili».
Nel 2017 secondo la Camera di commercio il giro d’affari dell’e-commerce è cresciuto (+8%) ma il settore alimentare, come dice Liu, è un caso a sé. Amazon non fornisce dati su e clienti «per policy aziendale». Idem Esselunga, che ha lanciato nel 2001 la spesa domicilio ed è leader del mercato. Il sovrapprezzo del servizio comprende «la preparazione della spesa, il trasporto in furgoni a temperatura differenziata e la consegna». Gratis per i disabili e scontata per anziani (3,45 euro). Il modello ibrido è alla base anche dela ’app Supermercato24. Sorta di JustEat del carrello, la piattaforma si appoggia alle catene della gdo già presenti, permettendo agli utenti (tramite Cap) di individuare il punto vendita più vicino e stilare una lista della spesa, che viene trasmessa ai fattorini della startup. «Quando siamo partiti chiedevamo una commissione al cliente. Ora sono i supermercati a coprirla» spiega il ceo Federico Sargenti. Il settor «è ancora molto in ritardo rispetto alla domanda. Ma non significa che sia un eldorado: alcuni operatori sono già stati scartati dal mercato».
You Liu è tra questi ultimi ma non demorde. Ha imparato la lezione: la spesa digitale si può (forse si deve) conciliare con quella tradizionale. Se il supermercato di viale Monza andrà bene, Weygo ne aprirà altri «in punti chiave della città» spiega il 30enne. «A quel punto rilanceremo il Web».
La parabola di You Liu Domanda buona ma non sufficiente Non è una sconfitta ma una ripartenza Poi tornerò online
Il trasloco da via Sarpi Molti cittadini cinesi si stanno spostando da Chinatown alla zona a Nord di piazzale Loreto