Il fondatore del Makershub «Qui scambi di competenze»
L’artigiano 4.0 Antonello Fusé
Nel laboratorio Makershub di via Cosenz — trasformato in «ostello del design» nei giorni di Fuorisalone, con le stanze che diventano spazi espositivi — Antonello Fusé, 33 anni da Rho ha realizzato un sogno. Unire la parte progettuale e realizzativa del design nelle affascinanti archeologie industriali della Bovisa, mettendo in relazione under 25 a loro agio con nuove tecnologie e nuovi software e artigiani over 40 con 20-30 anni di esperienza ma desiderosi di adattarsi al mondo che si evolve.
L’80 per cento di chi arriva al Design hostel (iniziativa del neonato Bovisa design district promossa dal network InBovisa) sono maker stranieri. «Spesso non sanno neppure che la loro stanza sarà un luogo di esposizione e ne rimangono rapiti». Gli spazi condivisi diventano i terreni neutri dove s’incontrano diverse realtà. «In questi giorni sono nati numerosi rapporti professionali, come avevamo già notato l’anno scorso. Tra il Politecnico, gli acceleratori d’impresa e le realtà creative, la Bovisa ha sete di Fuorisalone».
La vita da artigiano 4.0 è una questione di predisposizione. «Ho capito presto che ero più adatto a questi affascinanti contesti periferici che non a un lavoro di ufficio nel classico studio di designer sui Navigli» racconta Fusé, artefice di questo luogo di meticciamento tra manifattura e stampa 3d, dopo la vittoria di un concorso europeo con Regione e Politecnico che permise la nascita di un embrione di Makershub in Svezia a Lund, poco distante da Malmoe. «Poi abbiamo aperto a Milano. Da noi i designer e gli artigiani hanno trovato le risposte che cercavano ai loro problemi: burocrazia, innovazione tecnologica e costi. Siamo una “terra di mezzo” dove all’inizio c’è curiosità, poi scambio di informazioni, infine apprendimento. Una volta tutto ciò era impossibile».