Ai profughi gli alloggi per anziani Abbadia, è «guerra» tra ultimi
Il Comune: è il regolamento regionale. Il centrodestra: casa negata ai bisognosi
LECCO Una bella palazzina a pochi passi dal lago e dal centro del paese. Acquistata dall’amministrazione una ventina di anni fa per accogliere gli anziani in difficoltà. E così è stato in passato. Ora però nei bilocali rimasti vuoti, nonostante le numerose richieste, troveranno temporaneamente alloggio quattro giovani donne somale che hanno ottenuto il riconoscimento del diritto d’asilo. E ad Abbadia Lariana, alle porte di Lecco, la decisione del sindaco ha scatenato una levata di scudi. «So per certo che alcuni nonnini che fanno fatica ad arrivare a fine mese hanno presentato domanda, ma l’alloggio gli è stato negato. E ora si aprono le porte ai migranti e si lasciano fuori gli anziani. Come è possibile?», è l’attacco del consigliere di minoranza di centrodestra Mattia Micheli.
«Alcuni cittadini ci chiedono la disponibilità degli appartamenti che in questi mesi sono venuti liberi, due locali più servizi, presso la casa di proprietà comunale del centro anziani in piazza don Luigi Alippi — ammette il sindaco di Abbadia Cristina Bartesaghi —. Non possiamo emettere bandi di assegnazione, poiché Regione Lombardia ha approvato una nuova legge e un regolamento, dove si prevede che non siano i singoli comuni, ma un ente capofila a predisporre il piano e a promulgare il bando a livello d’ambito, che nel nostro caso comprende i paesi del lago e della Valsassina. Nell’attesa dell’affidamento, che dunque non dipende da noi, abbiamo deciso di venire incontro alla richiesta della Comunità Montana che gestisce l’accoglienza dei rifugiati ed ospitare in via temporanea, si tratta di pochi mesi, alcune donne che hanno ottenuto il riconoscimento del diritto d’asilo e che, in procinto di entrare nel servizio di protezione per richiedenti, non possono più rimanere nelle strutture gestite dalle cooperative».
Le quattro giovani in realtà occuperanno solo un appartamento e un’area comune al piano terra, mentre altri due bilocali resteranno al momento liberi. Ma intanto infuocano le polemiche per quella che si configura come una vera e proprio guerra tra poveri. «L’assegnazione poteva avvenire in deroga in caso di necessità ad anziani del paese, come accaduto in passato», tuona l’opposizione. «Dopo il problema della prima accoglienza per i richiedenti asilo, ora c’è quello della gestione della seconda fase per quanti quel diritto di asilo lo hanno ottenuto: mancano posti per i cosiddetti Sprar — spiega l’assessore ai servizi sociali del comune di Lecco, Riccardo Mariani —. I posti disponibili in provincia sono esauriti e le quattro somale hanno rischiato di restare senza alcun sostegno da parte delle istituzioni. Di loro si è fatto carico il comune di Abbadia, con un gesto di grande generosità».
Al momento nel Lecchese sono 91 i posti disponibili per i percorsi di integrazione rivolti a chi ha lo stato di rifugiato, ma è già stato chiesto al Ministero di concederne altri 170.
Il sindaco Alcuni cittadini hanno chiesto la disponibilità dei bilocali ma non possiamo fare bandi Abbiamo accolto la richiesta della Comunità Montana che gestisce i rifugiati