Una doppia vita che copre il nulla
Nel 1993 in Francia, JeanClaude Romand prestigioso medico, ricercatore all’OMS di Ginevra, marito e padre modello, uccide freddamente la moglie, la mattina dopo i due figli, e a un centinaio di chilometri i suoi genitori, per poi tornare a casa, tentare il suicidio e dare fuoco a tutto. Sopravvive e si scopre che non era affatto chi aveva fatto credere d’essere, solo truffe e giornate passate in auto o nei boschi per non farsi vedere, per 18 anni. Peggio, l’incredibile impostura nulla copre se non un vuoto. Una vita clandestina perfettamente vuota. Emmanuel Carrère, nel «romanzo senza finzione» «L’avversario», con una scrittura fluida, precisa, senza empatia ma col desiderio di capire senza giudicare, racconta la storia di un uomo, prima di quella di un assassino mitomane, che ha rifiutato la realtà cancellandola con l’esame non passato a vent’anni e vive intrappolato nel suo avversario interiore. L’Invisibile Kollettivo propone una vivace lettura scenica del romanzo (Elfo Puccini, fino al 29). Libro alla mano gli attori narrano e interpretano in un piacevole, dinamico gioco di ruoli. Evocano ambienti, fanno conoscere e riconoscere i personaggi, ora restituendo il tono neutro, spogliato di passione del libro, ora rinvigorendo e sottolineando con la recitazione.