Corriere della Sera (Milano)

PULIZIA DEI MURI, IL CIVISMO C’È CI VORREBBE ANCHE IL BUON SENSO

- Le strade «bucate» M.Cristina Sparaciari Via Fauché Fabiola Minoletti gschiavi@rcs.it Sofia Marcon

Riprendo il tema delle strade sconnesse. Tre anni fa, una sera, scendo dall’auto che mi riaccompag­nava a casa. Coi tacchi alti e il buio, mi infilo nella piccola buca del tombino e mi fratturo un piede. Mi convincono a chiedere un risarcimen­to al Comune. Questi richiede referto del Pronto Soccorso, copie di lastre, di spese mediche ecc., ecc., tutto inviato dall’amica avvocato che mi assisteva. Dopo diversi mesi, altolà. Noi, Comune, non c’entriamo. Si rivolga all’Acquedotto, cioè MM. Nel frattempo, la buchetta era stata asfaltata e quindi era sparita (ma non dal mio cellulare). Ci rivolgiamo a MM senza grande successo. Forse si stanno rimpalland­o la questione. Ormai, sono del partito «lasciamo perdere». Però, sono diventata meno fan del Comune…

Il rimpallo è una specialità della burocrazia. Ma quando ci si sente dalla parte della ragione, si dovrebbe andare fino in fondo, anche se è forte la tentazione di lasciar perdere.

Sabato mattina, via Poliziano angolo via Fauché, mercato settimanal­e: un’auto parcheggia­ta in evidente divieto ostacola il passaggio. Io sono residente in Fauché, mi avvicino al vigile che si trova a 50 metri e chiedo per cortesia di intervenir­e, la risposta è la seguente: «Signora io non prendo ordini dai cittadini ma dai miei superiori, mi hanno det- Caro Schiavi, un’altra bella giornata di pulizia dei muri dai vandalismi. Oltre 140 studenti universita­ri insieme per la nostra città, i nostri quartieri. Ecco il cleaning in via Giuseppe Colombo, zona Città Studi, finanziato da Rotary e Rotaract Milano-castello.

Cara Minoletti, ogni volta che vedo i cittadini in campo contro l’orrendezza delle scritte sui muri mi sento orgoglioso di Milano. Perché le persone con pennelli e spugne (vedi la storica pulizia del 2015 dopo la guerriglia anti Expo), dimostrano con i fatti che si possono cancellare i vandalismi, interpreta­ndo al meglio quel civismo che si chiama rispetto dei beni altrui. Città studi è particolar­mente ricca di sgorbi insignific­anti che si sono accumulati negli anni e già nelle scorse settimane Amsa ha dato un segnale positivo ripulendo a proprie spese gli edifici di via Ponzio e parte del vecchio Istituto dei tumori. Si potrebbe fare di più in ogni zona di Milano, quel che manca è l’appoggio deciso della politica e soprattutt­o delle sovrintend­enze: i loro veti impediscon­o di ripulire vecchi muri imbrattati, imponendo un costosissi­mo restauro conservati­vo. Cosa che non avverrà mai: ripulire una vecchia facciata è un fatto, il restauro dell’edificio è un altro. Chi spenderebb­e un milione di euro per rimettere a nuovo la vecchia sede dell’Istituto tumori? Meglio investire quella somma in apparecchi­ature e in medici. Non sarebbe meglio, anche per la sovrintend­enza, avere la facciata pulita e un po’ di decoro in più? La buona educazione dovrebbe essere incorporat­a nella divisa che uno indossa. Quella del vigile è una di queste. Averlo trovato in strada è stato un successo. Il seguito no.

È vero, fa sorridere. Ma se questa è la legge, il solerte militare ha fatto il suo dovere. Viene sequestrat­a anche l’innocua schiuma da barba… Una gentilezza però se la meritava: io gliel’avrei restituita.

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La pulizia di 150 studenti universita­ri impegnati nell’operazione anti-graffiti in via Giuseppe Colombo a Città Studi
Municipio 3 La pulizia di 150 studenti universita­ri impegnati nell’operazione anti-graffiti in via Giuseppe Colombo a Città Studi
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