Il cineforum firmato Prada
Dieci proiezioni settimanali con la Fondazione. «Nasce un campus della cultura»
Il cinema della Fondazione Prada dal 3 maggio avvierà una regolare programmazione. Un «multisala compresso» per diversi tipi di pubblico che proietterà capolavori, inediti e prime visioni.
Dopo l’apertura della Torre, ultima spettacolare architettura inaugurata mercoledì scorso, la Fondazione Prada è pronta ad ampliare anche l’offerta culturale della Zona 5. Da giovedì 3 maggio, infatti, il cinema finora attivo per lo più a latere delle mostre, avvierà una regolare programmazione in lingua originale con dieci proiezioni settimanali fino a giugno, dal giovedì alla domenica, per poi riprendere nei mesi successivi con un calendario ancora più esteso. Il programma estremamente vario renderà il cinema (iper confortevole e decorato con il fregio in ceramica realizzato da Lucio Fontana per lo storico cinema Arlecchino) un «multisala compresso» per diversi tipi di pubblico. Il giovedì rassegne di film legati alle attività espositive; il venerdì la serie «Soggettiva», film scelti da personalità di ambiti diversi; il sabato «Indagine», inediti e prime visioni; la domenica «Origine», capolavori del passato.
«Il cinema è un territorio già esplorato dalla Fondazione negli ultimi 15 anni collaborando con istituzioni internazionali come il Tribeca Film Festival e la Mostra del Cinema di Venezia o registi come Alejandro González Iñárritu che ha portato l’avanguardistico progetto di realtà virtuale “Carne y Arena”, perché crediamo che sia un luogo di formazione culturale e personale», racconta Astrid Welter, responsabile del programma della Fondazione. «In particolare ci siamo interrogati sulla funzione e il significato di una sala cinematografica all’interno di un’istituzione più concentrata sulle arti visive. Il risultato è una programmazione molto eterogenea».
Ma le ambizioni della Fondazione sono ancora più alte e cioè generare risonanze culturali imprevedibili fra letteratura, cinema, musica, filosofia, arte e scienza, dove la sterminata collezione d’arte di Miuccia Prada serve da «repertorio di prospettive e di energie potenziali». La «cittadella di largo Isarco» si sta sempre più configurando come un campus — con due bar, una terrazza e un ristorante —, nuovo polo culturale della città geograficamente agli antipodi dell’Hangar Pirelli Bicocca, situato in linea retta nella periferia nord, anch’esso privato e multidisciplinare. «Il nostro programma si sviluppa a partire dalla domanda: a cosa serve un’istituzione culturale oggi?», spiega Astrid Welter. «Dal 2015, abbiamo tentato di condividere con il pubblico diverse possibili risposte che nascono da un chiaro presupposto: l’arte e la cultura non sono solo occasioni di approfondimento, ma anche di divertimento. È su questo che vogliamo insistere: il piacere della conoscenza attraverso l’esperienza diretta». Intanto la Fondazione ha anche nominato Cristian Valsecchi nel ruolo di direttore generale con l’incarico, che verrà formalizzato entro maggio, di soprintendere alla gestione in tutti i settori di attività. Nato a Bergamo nel 1974, Valsecchi ha un prestigioso curriculum nel management dell’arte: è stato docente di Economia dei Beni e delle attività culturali all’Università di Bergamo ed è Segretario generale della Fondazione Torino musei e dell’associazione dei musei d’arte Contemporanea Italiani.