Voli sull’Alta Brianza «Stop al traffico da Orio»
Da Bergamo 160 voli al giorno: come vivere in aeroporto
LECCO «Mi sono seduto sulla sdraio, ho alzato gli occhi al cielo e li ho contati: 160 voli in poco più di dodici ore, uno ogni cinque minuti. L’ora di punta tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio. Il rumore è assordante, gli aerei passano a quota così bassa che si riescono persino a leggere i nomi delle compagnie. La situazione è diventata insostenibile. Non c’è più pace per colpa dell’inquinamento acustico». Giovanni Ghislandi è il sindaco di Imbersago, 2.400 abitanti, nel cuore della Brianza lecchese. Paese noto per il santuario della Madonna del bosco e lo storico traghetto di Leonardo, fedele riproduzione di un progetto del genio vinciano, che unisce le due sponde dell’Adda.
Ma da alcuni mesi la bucolica tranquillità di questo scorcio incontaminato deve fare i conti con la sperimentazione delle nuove rotte degli aerei che decollano e atterrano all’aeroporto internazionale «Caravaggio» di Orio al Serio, nella Bergamasca. Dallo scorso 22 giugno i voli della direttrice Ovest-Est compiono una virata proprio sul Meratese prima di giungere a destinazione. «Nessuno ci aveva avvisato — spiega Ghislandi —. Ce ne siamo accorti perché, improvvisamente, sembrava di vivere in un aeroporto. Abbiamo chiesto delucidazioni e un incontro urgente, ma a quasi un anno di distanza la situazione è invariata e noi non ne possiamo davvero più».
La missiva di protesta di una quindicina di sindaci brianzoli con la richiesta di sospendere la sperimentazione era partita già lo scorso autunno. Erano seguiti un paio di incontri, l’ultimo il 30 novembre, in commissione Territorio di Regione Lombardia dove, alla presenza di Enav ed Enac, gli enti per l’assistenza del volo e per l’aviazione civile, e di Sacbo, la società che gestisce lo scalo, i primi cittadini avevano espresso tutte le loro perplessità. «In quella sede, Arpa aveva escluso che potessero esserci danni ambientali parlando di una media di otto voli in atterraggio al giorno concentrati tra le 11.30 e il pomeriggio. Bene, io domenica li ho contati e sono arrivato a 160. Può essere che trattandosi di una giornata festiva a ridosso del ponte del Primo maggio il numero fosse più elevato del solito, ma a questo punto davvero ci sentiamo presi in giro», prosegue il sindaco di Imbersago.
La rabbia non è solo sua. Alcuni cittadini hanno promosso una petizione sulla piattaforma change.org che ha raccolto centinaia di firme, sottolineando la presenza di un’area protetta. «Imbersago si trova all’interno del Parco Adda Nord — precisa Ghislandi —. Il piano territoriale di coordinamento vieta il sorvolo dei deltaplani a motore per non disturbare l’avifauna e tutelare l’ambiente. Poi però la stessa area è attraversata da decine di jet al giorno. Oltre al danno, la beffa. È davvero un paradosso». Le nuove rotte sarebbero state adottate per diminuire i disagi patiti dai cittadini del capoluogo orobico, traslando di fatto i voli sui cieli meratesi.
Gli amministratori lecchesi, nella lettera con la quale si chiedeva un ripensamento, oltre ai problemi acustici aveva evidenziato anche il maggior consumo di carburante dovuto alla virata sulla Brianza, pari a circa mille tonnellate in più all’anno, con anche un danno ambientale. «Se ne discuterà la prossima settimana in conferenza dei sindaci. Non abbiamo assolutamente nulla contro l’aeroporto di Bergamo, le cui ricadute commerciali e l’indotto sono evidenti a tutti, ma non deve essere un altro territorio a subire gli effetti collaterali. La Brianza non può essere trattata come lo zerbino di Orio al Serio. Sono pronto a tutto perché si ponga rimedio a questa situazione», conclude Ghislandi mentre alza gli occhi al cielo e continua a contare gli aerei.
Alta Brianza «Rumore assordante in una zona protetta dove sono persino vietati i deltaplani a motore»