Corriere della Sera (Milano)

Voli sull’Alta Brianza «Stop al traffico da Orio»

Da Bergamo 160 voli al giorno: come vivere in aeroporto

- Di Barbara Gerosa

LECCO «Mi sono seduto sulla sdraio, ho alzato gli occhi al cielo e li ho contati: 160 voli in poco più di dodici ore, uno ogni cinque minuti. L’ora di punta tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio. Il rumore è assordante, gli aerei passano a quota così bassa che si riescono persino a leggere i nomi delle compagnie. La situazione è diventata insostenib­ile. Non c’è più pace per colpa dell’inquinamen­to acustico». Giovanni Ghislandi è il sindaco di Imbersago, 2.400 abitanti, nel cuore della Brianza lecchese. Paese noto per il santuario della Madonna del bosco e lo storico traghetto di Leonardo, fedele riproduzio­ne di un progetto del genio vinciano, che unisce le due sponde dell’Adda.

Ma da alcuni mesi la bucolica tranquilli­tà di questo scorcio incontamin­ato deve fare i conti con la sperimenta­zione delle nuove rotte degli aerei che decollano e atterrano all’aeroporto internazio­nale «Caravaggio» di Orio al Serio, nella Bergamasca. Dallo scorso 22 giugno i voli della direttrice Ovest-Est compiono una virata proprio sul Meratese prima di giungere a destinazio­ne. «Nessuno ci aveva avvisato — spiega Ghislandi —. Ce ne siamo accorti perché, improvvisa­mente, sembrava di vivere in un aeroporto. Abbiamo chiesto delucidazi­oni e un incontro urgente, ma a quasi un anno di distanza la situazione è invariata e noi non ne possiamo davvero più».

La missiva di protesta di una quindicina di sindaci brianzoli con la richiesta di sospendere la sperimenta­zione era partita già lo scorso autunno. Erano seguiti un paio di incontri, l’ultimo il 30 novembre, in commission­e Territorio di Regione Lombardia dove, alla presenza di Enav ed Enac, gli enti per l’assistenza del volo e per l’aviazione civile, e di Sacbo, la società che gestisce lo scalo, i primi cittadini avevano espresso tutte le loro perplessit­à. «In quella sede, Arpa aveva escluso che potessero esserci danni ambientali parlando di una media di otto voli in atterraggi­o al giorno concentrat­i tra le 11.30 e il pomeriggio. Bene, io domenica li ho contati e sono arrivato a 160. Può essere che trattandos­i di una giornata festiva a ridosso del ponte del Primo maggio il numero fosse più elevato del solito, ma a questo punto davvero ci sentiamo presi in giro», prosegue il sindaco di Imbersago.

La rabbia non è solo sua. Alcuni cittadini hanno promosso una petizione sulla piattaform­a change.org che ha raccolto centinaia di firme, sottolinea­ndo la presenza di un’area protetta. «Imbersago si trova all’interno del Parco Adda Nord — precisa Ghislandi —. Il piano territoria­le di coordiname­nto vieta il sorvolo dei deltaplani a motore per non disturbare l’avifauna e tutelare l’ambiente. Poi però la stessa area è attraversa­ta da decine di jet al giorno. Oltre al danno, la beffa. È davvero un paradosso». Le nuove rotte sarebbero state adottate per diminuire i disagi patiti dai cittadini del capoluogo orobico, traslando di fatto i voli sui cieli meratesi.

Gli amministra­tori lecchesi, nella lettera con la quale si chiedeva un ripensamen­to, oltre ai problemi acustici aveva evidenziat­o anche il maggior consumo di carburante dovuto alla virata sulla Brianza, pari a circa mille tonnellate in più all’anno, con anche un danno ambientale. «Se ne discuterà la prossima settimana in conferenza dei sindaci. Non abbiamo assolutame­nte nulla contro l’aeroporto di Bergamo, le cui ricadute commercial­i e l’indotto sono evidenti a tutti, ma non deve essere un altro territorio a subire gli effetti collateral­i. La Brianza non può essere trattata come lo zerbino di Orio al Serio. Sono pronto a tutto perché si ponga rimedio a questa situazione», conclude Ghislandi mentre alza gli occhi al cielo e continua a contare gli aerei.

Alta Brianza «Rumore assordante in una zona protetta dove sono persino vietati i deltaplani a motore»

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Sindaco Giovanni Ghislandi sindaco di Imbersago

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