Arrestato in Marocco Era latitante dal 1996
Tradito dai continui contatti con i parenti in Italia e identificato senza ombra di dubbio per una menomazione a un dito della mano sinistra. Viveva in Marocco sotto falsa identità l’ultimo latitante dell’indagine «Smirne» su un traffico internazionale di droga degli anni Ottanta. Irreperibile dal 1996, Angelo Filippini, oggi 73enne, è stato arrestato a Temara, vicino a Rabat, dopo essere stato localizzato dai carabinieri del reparto investigativo di Como. Alle forze dell’ordine ha mostrato un passaporto bulgaro con un nome fasullo. Nato a Como, dove ha sempre vissuto, Filippini deve scontare una condanna a 11 anni, 7 mesi e 20 giorni per traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Faceva parte dell’organizzazione ‘ndranghetista SpinellaOttinà che negli anni Ottanta operò tra Como, Fino Mornasco e Rovellasca. Il latitante arrestato in Marocco, come ricostruito dalle indagini, metteva a disposizione dei vertici del gruppo criminale un capannone nel Comasco nel quale veniva custodita l’eroina acquistata da fornitori turchi. Riceveva 30 milioni delle vecchie lire per ogni carico custodito, partite da 200300 chilogrammi di droga che confezionava personalmente e consegnava agli spacciatori come gli veniva chiesto dai capi cosca. L’operazione all’epoca era partita da Seminara, Reggio Calabria, zona di influenza della cosca Santaiti. Da 22 anni di lui si era persa ogni traccia. Alcuni mesi fa, i carabinieri del nucleo investigativo di Como hanno ripreso la ricerca del latitante, convinti di poterlo smascherare. Decisivi per capire dove fosse Filippini si sono rivelati i contatti, mai interrotti, con i familiari in Italia. I militari dell’Arma hanno ricostruito anche le abitudini di vita e le attività del ricercato che in Marocco lavorava nel campo delle intermediazioni immobiliari e nel settore edile. Identificato con certezza il latitante, i carabinieri di Como hanno comunicato le informazioni all’Interpol e Filippini è stato arrestato dalla gendarmeria reale marocchina. È in carcere nel paese nordafricano e dovrebbero essere subito attivate le procedure per l’estradizione.