Cunicoli, stanze segrete e tunnel Torna alla luce la Lodi sotterranea
La città nascosta risale a mille anni fa. Dal 2020 l’apertura alle visite turistiche
LODI Nelle viscere di Lodi si snodano chilometri e chilometri di cunicoli segreti di cui molti lodigiani conoscono l’esistenza, ma che fino a oggi solo pochi fortunati hanno potuto visitare. Dal 2020 in poi i primi percorsi sotterranei dell’antica cittadella difensiva saranno finalmente accessibili anche ai turisti attraverso due tour distinti. Un tesoro di revellini, camere e collegamenti che è stato riportato alla luce dopo 15 anni di ricerche e grazie a tre professionisti lodigiani con la passione per la storia locale e per l’archeologia: Sandro De Palma, Ernesto Carinelli e Giorgio Granati.
Si deve a questo trio di Indiana Jones in salsa lodigiana se «Lodi Murata» è diventata una realtà e se i ministeri alle Infrastrutture e ai Beni Culturali hanno staccato un assegno da 900 mila euro per finanziare il progetto che trasformerà una parte della città sotterranea in un sito turistico. I lavori di «Lodi Murata» e la convenzione tra Comune e provveditorato alle opere pubbliche di Lombardia ed Emilia-Romagna, stazione appaltante, sono stati approvati all’unanimità dal consiglio comunale. Verranno riportati alla luce due percorsi: il primo dal castello alla palazzina Liberty sotto piazzale Fiume, mentre il secondo conduce all’antico revellino di Porta Regale. Le mura interne saranno restaurate e rese sicure, poi saranno realizzate le passerelle pedonali lungo i cunicoli e le stanze segrete dotandole di illuminazione, videocamere, totem informativi e sistemi tecnologici all’avanguardia. Il primo tour sarà alla portata di tutti, il secondo per i più «coraggiosi», visti gli spazi angusti (è previsto anche un finto ponte levatoio).
Percorsi lunghi qualche centinaio di metri che tuttavia rappresentano solo una parte del tesoro che si cela nel ventre della città da secoli (la Lodi sotterranea faceva parte del sistema difensivo della città e ha datazioni diverse che vanno
Il restauro
Il progetto è stato finanziato dai Beni Culturali con fondi per 900 mila euro