Corriere della Sera (Milano)

Classica

Il ritorno in Conservato­rio del maestro Ezio Bosso: «Parli la musica non la malattia»

- di Enrico Parola

«Sono felice!» Ezio Bosso è raggiante per il programma musicale che presenta stasera in Conservato­rio (ore 20.30,

via Conservato­rio 12, € 35), a cura della Società del Quartetto e in favore di «Diamo il la», associazio­ne no profit milanese che si dedica a portare la musica in materne e asili.

«Vorrei far dimenticar­e le mie vicissitud­ini di salute e far sì che la gente sia attenta a ciò che ascolterà». Non è facile, non perché si presenta nella triplice veste di pianista-direttore-compositor­e, ma per quello che gli è successo: nel 2011 un’operazione al cervello e la scoperta di una malattia autoimmune; quattro anni di silenzio, la rieducazio­ne per re-imparare a parlare, camminare e suonare: «Tanti vengono per vedermi, alcuni anche per il look poco classico (ama indossare jeans e stivali anche sul palco), ma il mio desiderio è che mi dicano di non aver mai ascoltato musica così bella». Bosso fa riferiment­o alla Serenata per archi di Ciajkovski­j, parte di una scaletta dedicata a celebri trascrizio­ni di autori da parte di altri compositor­i: «Fra i brani in programma la trascrizio­ne di Siloti sul Preludio bachiano BWV 855 e le mie “riletture” dalle Stagioni di Ciajkovski­j e ancora brani composti da me come «Split, postcards from far away». Anche la Serenata è una trascrizio­ne perché gli archi imitano gli strumenti a fiato e mutuano molte melodie da canti popolari russi. «Lo è anche suonare Bach con gli strumenti moderni», prosegue Bosso», «le note sono le stesse, ma i suoni possono risultare molto diversi». La serata inaugura la tournée che lo porterà in tutta Italia: «Mi hanno chiesto le sinfonie che di solito si propongono a chi è a fine carriera, come la Nona di Dvorak o la Quinta di Mahler; non mi staranno gufando?» Riesce a scherzare su una condizione fisica che gli permette di suonare e dirigere ma presentand­ogli un conto talvolta alto: «È faticoso ma suonare è un servizio alla bellezza che passa attraverso le note». Un grazie ad Abbado: «Mi ha insegnato che la musica ci fa instaurare un legame con qualcosa di meraviglio­samente ineffabile».

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Sul podio Ezio Bosso dirige e suona con la Stradivari Festival Chamber Orchestra

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