Giù dalla finestra dopo lo spinello Raffica di sospesi
Studentessa caduta, linea dura a Corbetta
Dopo l’incidente del 21 aprile, quando durante la gita a Napoli una studentessa è caduta dal balcone dopo aver fumato una «canna» tagliata con sostanze allucinogene, il preside dell’istituto professionale «Vasco Mainardi» annuncia «provvedimenti per tutte le responsabilità che riusciremo a individuare». Una decina di studenti di entrambe le classi, saranno sospesi. Compresa, probabilmente, la ragazza ferita nell’incidente.
Il preside Carlo Manzo lo aveva annunciato già ieri. «Prenderemo provvedimenti disciplinari per tutte le responsabilità che riusciremo ad accertare». Ovvero, è in arrivo una raffica di sospensioni all’istituto Mainardi di Corbetta. Una decina di alunni di due sezioni delle classi terze saranno sospesi dopo l’incidente avvenuto durante una gita d’istruzione a Napoli il 21 aprile scorso, ma emerso solo ieri. Una loro compagna di classe, una diciassettenne che vive a nella stessa cittadina dell’istituto, ha rischiato di morire, precipitando dalla finestra della camera d’albergo dove poco prima aveva fumato uno spinello, acquistato a Napoli da due compagne di classe. La «canna», però, era stata tagliata con allucinogeni. E, mentre fumava, la giovane ha accusato un malore. Così, nel tentativo di prendere aria, si è sporta dalla finestra in uno stato confusionale che l’ha fatta precipitare da cinque metri, fratturandosi il bacino. Dopo essere stata trasferita al Cardarelli e poi al Niguarda, dove è stata operata d’urgenza, ieri è tornata a casa. E anche per lei si profila il provvedimento disciplinare. D’altronde, come chiarisce il vicepreside Maurizio Salvati: «Si vuole punire non solo chi ha fumato, ma anche chi sapeva della droga acquistata di nascosto, chi non ha avvisato i docenti quando la ragazza si è sentita male. Purtroppo ci sono queste dinamiche sbagliate da parte dei giovani, che nel momento di difficoltà dovrebbero parlare con noi adulti e invece non lo fanno».
In gita la classe era accompagnata da due professoresse e un collega. Quest’ultimo ha assistito la giovane tutta la notte al Cardarelli, e poi fino all’arrivo dei genitori nel primo pomeriggio. «Non è stata una stupidaggine, hanno corso un rischio gravissimo — sottolinea il dirigente scolastico —. Noi a scuola cerchiamo di fare azioni di deterrenza contro lo spaccio di stupefacenti, ma per i docenti è praticamente impossibile controllare gli studenti ogni momento, soprattutto in gita». Un viaggio che, nei giorni precedenti, era andato molto bene. «I ragazzi erano entusiasti della visita a Pompei e a Napoli. Fra loro c’era anche una studentessa che non aveva mai visto il mare. Le gite sono momenti significativi, mi spiacerebbe che finissero per essere percepite, invece, come occasioni di pericolo» spiega il preside.
La diciassettenne ha buoni voti, è sempre stata promossa a giugno, mai dato problemi in classe. Una famiglia solida, come quella delle amiche che le hanno passato la «canna» e sono state denunciate dai carabinieri di Napoli per cessione di stupefacenti e lesioni come conseguenza di altro reato. La giovane sarà invece segnalata alla Prefettura come assuntrice di droga. «Questi comportamenti trasgressivi non succedono solo nelle periferie degradate — sottolinea il dirigente scolastico, già preside al Tito Livio di Milano —. E oggi per i ragazzi è tremendamente facile acquistare sostanze stupefacenti».