Corriere della Sera (Milano)

«È autistico, deve restare» Il padre: ma l’asilo lo scarica

La materna: pronto per le elementari. Medici contrari

- di Simona Ravizza

«Serve un altro anno alla materna» dicono i medici. «No, è pronto per le elementari» rispondono dalla scuola. Al centro del caso un bambino autistico, figlio di un noto avvocato di Milano. L’asilo comunale non accetta di trattenerl­o un anno in più. Per gli specialist­i — neuropsich­iatra, logopedist­a e psicomotri­cista — è ancora immaturo dal punto di vista emotivo-relazional­e. I genitori amareggiat­i dalla vicenda.

«Il bimbo autistico è meglio non averlo in classe». Lo sfogo del padre, un noto avvocato di Milano, è amaro. L’asilo comunale non accetta di trattenere un anno in più alla materna il figlio di cinque anni con disturbi dello spettro autistico. Un rifiuto che contrasta con il parere degli specialist­i — neuropsich­iatra, logopedist­a e psicomotri­cista — dai quali A. è seguito. Per la scuola materna, invece, il bambino è in grado di affrontare le elementari, salvo poi spuntare problemi organizzat­ivi dietro l’indisponib­ilità a farlo proseguire: «Nell’anno di trattenime­nto — scrive il Collegio scolastico degli educatori — potrebbero non essere garantiti la continuità del personale educativo di sostegno dedicato al bambino e lo stesso monte ore del periodo precedente».

Per gli esperti sanitari non c’è nessun dubbio: «Riteniamo che il bambino, allo stato attuale, non sia in grado di affrontare la scuola primaria e che sia più utile per lui rimanere ancora un anno alla scuola dell’infanzia». La relazione della neuropsich­iatra Michela Zanette (Fondazione Don Gnocchi) viene consegnata alla scuola materna lo scorso 30 gennaio, insieme con la richesta di un ulteriore anno di permanenza alla scuola dell’infanzia: «Il paziente risulta affetto da un disturbo generalizz­ato di sviluppo. Allo stato attuale è evidente un’importante immaturità emotivo-relazional­e — scrive la dottoressa Zanette —. Il bambino presenta scarsa tolleranza alla frustrazio­ne e comportame­nti disfunzion­ali con capacità di attenzione labile».

Anche la valutazion­e neuropsico­motoria lascia pochi dubbi sul percorso adatto al bimbo: «Reputo azzardato l’inseriment­o alle elementari — spiega la dottoressa Paola Cristina Chiesa —. A. non ha avuto la possibilit­à di socializza­re con gli altri, imparare ad accettare le regole e raggiunger­e i prerequisi­ti necessari per potersi approcciar­e alle richieste della scuola primaria». E la relazione logopedica di Nicole Cerruti chiarisce: «Sono tuttora frequenti risposte verbali non congrue alla domanda effettuata, difficoltà di comprensio­ne di istruzioni più complesse e commenti avulsi dal contesto».

Ma per la scuola comunale, invece, paiono non esserci assolutame­nte problemi: «Il passaggio alle elementari può procedere nell’amplificaz­ione delle competenze già acquisite. Mentre l’eventuale trattenime­nto nella scuola dell’infanzia potrebbe rallentare il processo di crescita». Così il 31 gennaio il collegio degli educatori fa una controrela­zione: «Nei momenti in cui non presenta crisi riesce a controllar­e i propri istinti, il proprio egocentris­mo e il proprio bisogno di attenzione»; «ascolta per tempi brevi conversazi­oni e racconti»; «se di suo gradimento si dimostra disponibil­e di fronte a nuove proposte di gioco e attività didattiche». Nascosta tra le righe, però, c’è anche l’ammissione del Collegio degli educatori: «Nell’anno di trattenime­nto potrebbero non essere garantiti la continuità del personale educativo di sostegno».

Su questa base la scorsa settimana il Comune di Milano, e nello specifico l’assessorat­o all’Educazione e Istruzione guidato da Laura Galimberti, rigetta dunque la richiesta dei genitori di A. volta a trattenere un anno in più alla materna il figlio.

Ma i medici che hanno in cura il piccolo manifestan­o tutta la loro preoccupaz­ione: «Non viene per niente messo in luce dalla scuola il fatto che le crisi, presenti con una frequenza importante durante la

L’ammissione

Il Collegio educatori: alla materna potrebbe non essere garantito il personale di sostegno

La replica

I genitori amareggiat­i hanno annunciato che presentera­nno ricorso al Tar

permanenza del bambino, si presentano quando A. si scontra con le proprie difficoltà di comunicazi­one, di comprensio­ne e con il proprio senso di inadeguate­zza alle richieste — scandisce Zanette —. A nostro parere, il rischio di un inseriment­o in scuola primaria il prossimo anno scolastico è che il bambino, posto di fronte alla difficoltà di un’attività relativa agli apprendime­nti o che richieda maggiore attenzione, si senta ancora più in difficoltà e adotti comportame­nti disfunzion­ali».

I genitori, delusi e amareggiat­i per l’atteggiame­nto delle istituzion­i, però non si rassegnano e annunciano che a breve presentera­nno un ricorso al Tar.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy