Spaccio e clandestini
Dieci spacciatori di cocaina fermati dalla polizia in corso Como. Sono stranieri. Sette non sono in regola con i documenti e saranno espulsi. Nuovi controlli in via Benedetto Marcello.
La strategia non cambia, perché una delle uniche e obbligatorie risposte concrete è il controllo del territorio. Ma dopo le violenze la scorsa settimana dei due marocchini, clandestini rapinatori e killer (un morto, un ferito grave e altre due vittime), polizia e carabinieri hanno ulteriormente potenziato i servizi. Sia nello stesso spazio dove quei balordi vivevano — tra la stazione Centrale e via Benedetto Marcello — sia negli altri punti «caldi» milanesi. Corso Como, per cominciare. Nella notte tra venerdì e ieri le pattuglie dell’Ufficio di prevenzione generale hanno condotto una lunga attività contro lo spaccio di droga. All’alba, sono stati accompagnati in Questura dieci migranti, soprattutto africani. Per sette di questi, non in regola con i documenti, è scattato l’iter che dopo l’esame dell’ufficio Immigrazione di via Fatebenefratelli porterà ai provvedimenti di espulsione dall’Italia. Da giorni poi, sempre di notte, è stata intensificata la vigilanza per combattere il degrado e la criminalità che sempre più, di «rimbalzo» da piazza Duca d’Aosta, stanno invadendo via Benedetto Marcello e le sue traverse, con bivacchi e attività degli spacciatori. Spesso di tratta di pluripregiudicati, recidivi e stranieri che hanno già ordini di espulsione ma se ne fregano e restano a Milano. Consistente anche la percentuale di migranti già catturati, processati per direttissima e tornati in libertà in attesa del processo che chissà se e quando ci sarà. I due marocchini assassini erano sbarcati nel 2017 in Sicilia e in Calabria dopo aver attraversato il Mediterraneo a bordo dei gommoni. Per rapinarlo del cellulare, avevano ucciso in via Settembrini un cameriere bengalese di ventidue anni.