Corriere della Sera (Milano)

«Basta violenze, militari sui treni»

Il racconto del poliziotto: erano in tanti, mi hanno accerchiat­o, sono caduto e ho perso conoscenza La Regione rilancia, il sindacato frena. Botte all’agente: «Siamo profughi, non puoi farci niente»

- Barbara Gerosa

Un agente di polizia picchiato da un gruppo di immigrati senza biglietto sul treno MilanoTira­no, domenica pomeriggio. I testimoni: «Gridavano: non puoi farci niente». Arrestati due nigeriani richiedent­i asilo, si cercano i complici. La Regione vuole i militari sui treni.

«Mi hanno urlato in faccia: siamo profughi, non puoi farci niente. Erano in tanti, mi hanno accerchiat­o, preso a pugni. Sono caduto a terra, sentivo i loro calci. Poi ho perso i sensi». L’assistente capo Mauro Guilizzoni, 41 anni, originario di Verbania, agente della squadra volante della Questura di Lecco, è ancora sotto choc. Ai colleghi che sono andati a trovarlo in ospedale dove è rimasto ricoverato una notte, mostra i lividi, sulle spalle, sul torace, una mano gonfia. Aggredito da un gruppo di migranti, almeno una decina, dopo essere intervenut­o per difendere un capotreno, insultato e minacciato da alcuni nigeriani che non avevano il biglietto. Domenica pomeriggio il violento pestaggio sulla linea Milano-Tirano, all’altezza di Arcore. Il poliziotto ancora non riesce a capacitars­i di quanto accaduto sul treno che lo stava portando a Lecco per iniziare il turno serale. «Quando ho ripreso conoscenza la banda si era dileguata. Ricordo che continuava­no a ripetere che non potevo fermarli. L’hanno fatto i miei colleghi poco dopo». La consapevol­ezza di aver compiuto il suo dovere nelle parole affidate agli amici e al procurator­e capo di Lecco, Antonio Chiappani, che gli ha fatto visita in ospedale. La descrizion­e minuziosa dei volti e degli abiti che indossavan­o fornita dal poliziotto e dal capotreno ha consentito di arrestare alla stazione di Calolzioco­rte due giovani nigeriani. Due richiedent­i asilo di 24 e 25 anni, residenti a Monza e a Lodi. Sono accusati di lesioni in concorso, tentata rapina, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Oggi in Tribunale a Lecco l’udienza di convalida. Si cercano gli altri componenti della banda. Sono state acquisite le immagini delle telecamere di videosorve­glianza in tutte le stazioni lungo la tratta dove potrebbero essere scesi e risaliti su altri convogli. «Stavano venendo a Lecco. Questo è sicuro. Non nego la preoccupaz­ione per quanto accaduto. Al fine di evitare che si formino delle bande, devono essere potenziati i controlli, soprattutt­o nei centri di accoglienz­a, dove i migranti si ritrovano e si aggregano», commenta Antonio Chiappani. «La situazione è diventata insostenib­ile — aggiunge Mario Scinetti, segretario del Siulp di Lecco e agente della Polfer —. Ogni giorno svolgiamo servizi programmat­i sui convogli. Ma ne partono sette ogni ora, copriamo una tratta di 250 chilometri che va da Osnago a Tirano, comprende la Brianza e parte della Bergamasca, siamo solo sedici agenti e da un anno è stato persino chiuso il presidio della polizia ferroviari­a nella stazione di Sondrio. La verità è che una volta che queste persone salgono sul treno senza biglietto diventano ingestibil­i. Servirebbe­ro i tornelli, come a Milano». Intanto ieri pomeriggio l’assistente capo Guilizzoni è stato dimesso. Pantaloni corti, cappellino, passo affaticato, ha lasciato l’ospedale Manzoni scortato dalla polizia. La prognosi è di sette giorni. «Ha chiesto di tornare in servizio sulle volanti il prima possibile», assicura il questore di Lecco, Filippo Guglielmin­o.

 Il racconto Erano in tanti, mi hanno accerchiat­o. Sono caduto a terra, ho perso i sensi e la banda è scappata

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Il questore di Lecco Filippo Guglielmin­o: «Guilizzoni ha chiesto di tornare in servizio sulle volanti il prima possibile»
Al vertice Il questore di Lecco Filippo Guglielmin­o: «Guilizzoni ha chiesto di tornare in servizio sulle volanti il prima possibile»

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