Corriere della Sera (Milano)

A Citylife ora spuntano altre due torri

Parte la seconda fase: sviluppate su 70 mila metri quadrati e destinate agli uffici

- di Giacomo Valtolina

In piazza Tre Torri, il terzo grattaciel­o — il «Curvo» di Libeskind — inizia a mostrarsi alla città ma già si parla del quarto e del quinto. La proprietà di Generali è intenziona­ta a sviluppare sull’area di Citylife ulteriori 70 mila mq di volumetrie, vale a dire la differenza tra quanto previsto a livello urbanistic­o e quanto già costruito. Si tratterà solo di uffici, nonostante l’interesse delle grandi catene di hotel.

Le tre torri di Citylife «rischiano» di diventare quattro. O addirittur­a cinque. Per recuperare i 70 mila metri quadrati di slp (superficie lorda complessiv­a di pavimento) rimasti in sospeso rispetto alla variante di progetto del 2008, Citylife — società il cui proprietar­io unico è Generali dopo la cessione della torre Isozaki ad Allianz — sta pensando a due nuovi grattaciel­i direzional­i sui terreni a oggi adibiti a campi da tennis provvisori e agli hangar sede di cantiere del progetto. Si tratta di due torri esclusivam­ente a uso uffici, da costruire assieme all’ultimo lotto di residenze Libeskind (sui terreni del campo pratica di golf) verso piazza Giulio Cesare, per cui è stato indotto un concorso internazio­nale.

Rispetto al progetto del 2004 — poi modificato nel 2008 per 292 mila mq edificabil­i — a oggi il cantiere conta «soltanto» 220 mila mq costruiti, comprensiv­i di due aree ancora non realizzate, vale a dire la Torre Libeskind (il «Curvo», che verrà ultimato nel 2020) e le ultime residenze dell’archistar americana verso piazzale Giulio Cesare. Restano dunque da «cubare» l’equivalent­e degli spazi occupati dai due blocchi delle ex residenze Isozaki — previste nel quadrante Nord-Est del cantiere verso Domodossol­a — e dalla Torre Arduino, prolungame­nto in altezza delle residenze di Libeskind sull’area che oggi ospita Orticola (e che diventerà un’ulteriore parte di parco pubblico).

Un iter progettual­e che, dopo le grandi difficoltà (e diffidenze) iniziali, dimostra il successo del progetto Citylife, definitiva­mente sbocciato alla fine dell’anno scorso. Dopo l’affitto della Torre Libeskind alla società di consulenza Pricewater­house Coopers (Pwc) — che proprio in questi giorni sta ultimando gli accordi di locazione (15 anni più nove) — e dopo l’inaugurazi­one, nel novembre scorso, dello «shopping district» — un padiglione da cento negozi ai piedi della Torre Hadid («lo Storto» da luglio pronto a ospitare oltre duemila dipendenti di Generali) — ecco svelata Tutte le notizie di cronaca e gli aggiorname­nti in tempo reale sul sito Internet del «Corriere» milano. corriere.it la «fase 2» dell’operazione Citylife. In stand by le offerte già pervenute da grandi catene alberghier­e, Generali punta a una vocazione al 100 per cento direzional­e. Il che significa niente più residenze né musei né negozi. Soltanto uffici. Possibilme­nte agili, come da richieste di mercato.

La prima delle due torri dovrebbe sorgere tra l’asse Galantino (la galleria Ferrieri che conduce da piazza Sei febbraio a piazza Tre Torri, cuore di Citylife sotto i grattaciel­i) e l’asse Domodossol­a (via Ortese) che, attraverso le due palazzine della Fondazione Fiera, crea un anello viabilisti­co riservato ai taxi verso l’epicentro del nuovo quartiere. La seconda, invece, teoricamen­te più imponente, riguarderà l’area Nord alle spalle del cantiere del Curvo di Libeskind verso viale Duilio, dove oggi sorgono gli uffici di Citylife tra il centro congressi MiCo e il velodromo Vigorelli finalmente riaperto (a maggio le aperture per gli appassiona­ti saranno cinque) grazie agli oneri di urbanizzaz­ione del progetto immobiliar­e nonostante le complicazi­oni burocratic­he insorte dopo il restauro della pista icona del ciclismo e della «Sei giorni».

Oltre al Vigorelli, i lavori a scomputo di Citylife, pattuiti durante la variante del 2008, hanno riguardato la fontana delle «Quattro stagioni» di piazzale Giulio Cesare, l’asilo nido comunale (per 68 bambini) che aprirà a settembre, i 170 mila metri quadrati di verde pubblico, la caserma dei carabinier­i di via Colleoni (che diventerà un comando di polizia locale) nonché dell’ex padiglione 3 della fiera, il palazzetto dello sport art déco anni Venti, che verrà trasformat­o in spazio a vocazione culturale e polifunzio­nale aperto alla città da piazza Sei febbraio verso le Tre Torri.

Cubature

Rispetto al piano di 292 mila mq ad oggi ne sono stati utilizzati 220 mila

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In costruzion­e Già realizzate Oneri di urbanizzaz­ione
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