Corriere della Sera (Milano)

«I militari in carrozza» Ma l’idea della Regione non convince i sindacati

L’allarme dei ferrovieri. In ritardo le «body cam»

- Di Sara Bettoni

«Situazione fuori controllo. È sempre più difficile lavorare». Il giorno dopo l’ennesima aggression­e a un capotreno e a un poliziotto i ferrovieri si lasciano sfuggire poche parole per timore di ripercussi­oni. Ma la questione è chiara: l’allarme viene da lontano. Lo testimonia uno dei tanti messaggi arrivati già ad agosto scorso al Focal Point Security, la centrale operativa che raccoglie le segnalazio­ni. Un capotreno lamentava disagi tra le stazioni di Monza e Ponte San Pietro: «Attività di controller­ia quasi impossibil­e». Decine i racconti simili: passeggeri senza biglietto, gruppi di stranieri, gang.

Il Pirellone è chiamato a dare risposte concrete al problema. «Quello della sicurezza sui treni è uno dei primi temi che sottoporre­mo al management di Ferrovie Nord Milano e a Trenord» commenta l’assessore ai Trasporti Claudia Terzi. E rispolvera l’ipotesi di far salire in carrozza i militari. «È sicurament­e un’idea a cui tutti stiamo pensando. Attiveremo un tavolo di confronto con le forze dell’ordine». Tavoli che, attaccano le sigle sindacali, una volta avevano cadenza periodica e dai quali a un certo punto sono stati esclusi. «Non siamo più stati convocati — dice Stefano Malorgio della Filt Cgil —. Dalla Prefettura nessun segnale. E la sorveglian­za dei convogli è carente». Più dura la Cisl: «Si sta andando alla deriva — per Giovanni Abimelech —. Da anni segnaliamo le stesse cose. L’esercito? Soluzione impraticab­ile». Più che nuove iniziative, i sindacati chiedono di mettere in campo «interventi struttural­i. Non ci si può attivare solo quando accadono fatti tragici» dice Adriano Coscia dell’Orsa. Sulla stessa linea d’onda Pietro Bussolati, segretario metropolit­ano del Pd: «Occorrono tornelli per consentire l’accesso sui treni solo a chi ha il biglietto, l’implementa­zione della videosorve­glianza e la maggior collaboraz­ione tra polizia locale e forze dell’ordine. I pendolari lombardi sono ostaggio dell’immobilism­o della destra».

Trenord, Rete Ferroviari­a Italiana e Fnm a fine 2017 avevano annunciato una serie di misure per garantire più sicurezza. Nelle linee S11, MilanoMort­ara e Milano-Lecco (dove si è verificata l’ultima aggression­e) nelle ore notturne vengono chiuse le carrozze di coda. Telecamere sul 60% dei treni, 90 vigilantes schierati contro i circa 120 previsti. Ancora ferma al palo la sperimenta­zione di body cam da applicare alle divise dei capitreno e degli addetti alla security. Rfi aveva programmat­o la chiusura con tornelli in una serie di stazioni: Arcore, Busto Arsizio, Vigevano e Porta Garibaldi. Azione che favorirebb­e il controllo dei biglietti ma in contempora­nea sarebbe un filtro agli accessi ai treni. La scadenza per l’installazi­one dei dispositiv­i è fine 2018. Fnm ha condotto tra ottobre e dicembre una sperimenta­zione a Cadorna con due telecamere intelligen­ti e sensori. I dati raccolti sono nelle mani degli esperti del Politecnic­o. L’obiettivo è creare una piattaform­a stile grande fratello in grado di leggere i movimenti sospetti e prevenire le situazioni critiche.

Terzi Ipotesi militari sui treni per garantire la sicurezza

Bussolati Servono tornelli per far salire solo chi ha il biglietto

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(Illustrazi­one Franco Portinari) La sequenza Domenica pomeriggio, treno regionale 18058. All’altezza di Arcore un migrante ha insultato il capotreno che gli chiedeva il biglietto. È intervenut­o il poliziotto in borghese che è stato aggredito da una decina di nigeriani. A Calolzioco­rte...
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