Corriere della Sera (Milano)

Fabrizio Rinaldi, casa circondari­ale di Lodi

«Migliorare le strutture per rispettare le disposizio­ni europee»

- Francesco Gastaldi

degli ingressi nella casa circondari­ale e da una situazione generale di sovraffoll­amento degli istituti della Lombardia, che a fronte di circa 6.000 posti disponibil­i soffre di un esubero di oltre 2.000 persone».

Il personale è adeguato in termini numerici alle esigenze? Quali sono i problemi maggiori?

«Questa difficile situazione viene affrontata con lo sforzo di tutti gli operatori che, benché in carenza numerica, danno prova quotidiana­mente di un alto senso di responsabi­lità e di impegno per mantenere condizioni di convivenza accettabil­i evitando conflitti e tensioni».

In questa situazione, ha senso parlare di una funzione riabilitat­iva del carcere per i detenuti del Bassone?

«In questo quadro l’impegno dei numerosi volontari che collaboran­o con l’istituto permette l’estensione delle attività previste dai trattament­i, dando così la possibilit­à ai detenuti di impegnare positivame­nte la giornata rendendo meno degenerati­va la detenzione, partecipan­do anche ad attività profession­almente qualifican­ti che potranno essere utili al termine della pena».

È possibile risolvere in Lombardia il problema del sovraffoll­amento delle carceri? Con quali strategie?

«Il recupero di alcuni spazi, anche attraverso il coinvolgi- LODI Si è conclusa esattament­e dove era iniziata la fuga di Mohamed El Madoui, riconsegna­tosi alle 14.32 di ieri agli agenti di polizia penitenzia­ria del carcere di Lodi, a 48 ore dall’evasione di sabato. Restano invece i problemi della casa circondari­ale di via Cagnola che alle pecche sulla sicurezza interna aggiunge quelle, croniche, sul sovraffoll­amento che negli ultimi anni si è attestato quasi costanteme­nte al doppio della capienza prevista. Per il provvedito­re regionale Luigi Pagano, visto anche «il successo in tempi celeri delle indagini che hanno portato l’uomo a non aver altra scelta che presentars­i spontaneam­ente», il sistema «ha sostanzial­mente tenuto, considerat­o che i fattori di rischio non possono essere eliminati completame­nte non avendo più agenti che detenuti». Carcere piccolo, vecchio, sovraffoll­ato e con personale ben al di sotto della pianta organica: a sviscerare I problemi della casa circondari­ale lodigiana è il nuovo direttore Fabrizio Rinaldi, che dal dicembre 2017 guida la struttura lodigiana oltre ad affiancare Massimo Parisi come vice a Bollate.

Dottor Rinaldi, gli ultimi dati ufficiali indicano Lodi come una delle cinque case circondari­ali più affollate d’Italia, con un indice costanteme­nte a cavallo del 200 per cento. Qual è la situazione attuale?

«A Lodi sono ospitati 76 detenuti, 48 dei quali stranieri, per una capienza di 45 posti. Una situazione che, anche se non ideale, è più o meno nella norma. In 23 scontano pene inferiori ai tre anni, gli altri sono tutti imputati, quasi esclusivam­ente per reati minori. Gli agenti effettivi invece sono 34, rispetto a una pianta organica di 45».

Qual è il limite di tollerabil­ità

Le celle

Sono 29 e nessuna ha più di tre letti. Rispettiam­o il limite di 3 metri quadrati per detenuto

della struttura lodigiana?

«Non amo parlare di tolleranza in questo caso perché questa dipende da tanti altri fattori come i metri quadrati a disposizio­ne e la soglia di vivibilità si è innalzata con le recenti ristruttur­azioni tra cui una palazzina dedicata alle attività trattament­ali. Diciamo che 90 elementi è la soglia massima fissata oltre le quale andremmo in violazione delle disposizio­ni di Strasburgo».

Questa soglia però nel recente passato è stata superata, in alcune occasioni si è arrivati anche a 92-94 detenuti secondo i dati degli osservator­i.

«Da quando sono direttore non siamo mai arrivati oltre gli 84-85 elementi. Oggi siamo a un livello più accettabil­e».

Ritiene Lodi una struttura vivibile e sicura?

«Le celle sono 29 e nessuna di esse ha più di tre letti. Alcune sono di 9 metri quadrati e altre 18 metri, perciò il limite dei 3 metri quadrati a detenuto è ampiamente rispettato».

I sindacati degli agenti però lamentano carenze nei controlli e nel sistema della «vigilanza dinamica», parlando di «evasione annunciata».

«Dell’evasione e della sicurezza interna preferisco non parlare e aspettare I tempi dell’indagine».

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Fabrizio Rinaldi, 50 anni, da dicembre dirige la casa circondari­ale di Lodi. È anche vice di Massimo Parisi, direttore del carcere di Bollate
(Fotogramma) Chi è Fabrizio Rinaldi, 50 anni, da dicembre dirige la casa circondari­ale di Lodi. È anche vice di Massimo Parisi, direttore del carcere di Bollate
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