Malori sul treno bloccato I pendolari «evadono» e rischiano la maximulta
L’azienda: hanno frenato i soccorsi. Il comitato: follia
Il treno fermo per un guasto. I passeggeri accalcati. L’aria che inizia a mancare e la decisione di scendere dalle carrozze. Oltre un migliaio di pendolari della linea S6 Novara-Treviglio sono rimasti prigionieri di un convoglio per un’ora e mezza, ieri mattina, fra le stazioni di Pregnana e Rho. La corsa si è arrestata poco prima delle nove. Il treno era strapieno di passeggeri perché già la corsa precedente era stata cancellata. Secondo i viaggiatori l’aria condizionata funzionava a singhiozzo e, a causa del caldo, due donne hanno accusato malori. Il macchinista e la capotreno hanno chiesto se fossero presenti medici a bordo per soccorrerle e hanno acconsentito ad aprire i finestrini e alcune porte per far circolare aria, invitando i passeggeri a non scendere.
Ma non tutti si sono attenuti alle indicazioni. Un gruppo di pendolari è sceso e una quindicina di loro si è incamminata in direzione Rho sul sentiero che costeggia i binari, utilizzato dagli addetti alla manutenzione. Qualcuno addirittura ha proseguito fra i boschi che costeggiano l’Olona. Dieci passeggeri sono stati poi raggiunti e identificati dagli agenti della Polfer di Rho diretta dall’ispettore Vittorio Infante e scortati in sicurezza fino alla stazione. Nessuna multa è stata emessa, ma ora ci sarà un’indagine: la sanzione prevista dalla legge sarebbe di 516 euro.
Nel frattempo la circolazione sulla linea è stata interrotta per questioni di sicurezza e si è messa in moto la macchina delle emergenze con l’intervento di pattuglie dei carabinieri, della polizia locale e la protezione civile. Solo alle 10.40 il treno 10621 è ripartito, trainato da un altro convoglio. All’arrivo in stazione, due donne sono state soccorse da un’ambulanza, mentre i pendolari sono saliti su un altro treno per Milano. «Ero sull’ultima carrozza, particolarmente piena perché c’erano anche tre biciclette — racconta Lina Giordano, sindacalista della Cisl Scuola — e mi sentivo mancare dal caldo. Ho chiamato il 112. Alcuni minacciavano di rompere i finestrini, allora il macchinista ci ha aperto le porte». Mentre Damiano, addetto in un’impresa di pulizie, attacca: «Dovevo essere al lavoro alle 11, sono le 12.30 e sono qui a piedi. Il mese scorso per i ritardi dovuti ai treni ho perso 200 euro». «Io invece ho perso gli appuntamenti con i clienti — aggiunge Chiara, commercialista di Vittuone».
Si difende l’azienda: «Trenord ha messo immediatamente in atto tutte le operazioni necessarie per il recupero del convoglio e per l’assistenza ai passeggeri. L’aria condizionata era funzionante». E accolla la colpa dei ritardi nei soccorsi ai passeggeri scesi sui binari. Il Comitato della linea S6 condanna il gesto dei compagni di viaggio ma reputa «inaccettabile» il comportamento di Trenord: «Siamo alla follia».