Corriere della Sera (Milano)

Bimbo autistico alle elementari «Scelta fatta per il suo bene»

- Laura Galimberti assessore comunale all’Educazione e all’Istruzione

Desidero precisare alcune cose dopo gli articoli usciti sul Corriere a proposito del caso del bambino autistico non «trattenuto» dall’asilo. Innanzitut­to, la decisione è stata presa all’unanimità dal Collegio degli educatori, di cui fa parte anche l’educatrice di sostegno, che hanno avuto modo di conoscere a fondo il piccolo e di individuar­ne prima di tutto le potenziali­tà. Questo lavoro, fatto dialogando sia con i genitori sia con gli specialist­i da loro incaricati — a cui più volte è stata data la possibilit­à di verificare in sede i progressi del bambino —, ha portato le educatrici a valutare che l’uscita di tutti i suoi coetanei e l’ingresso di sei bambini piccoli nel prossimo anno scolastico non avrebbe costituito una condizione di benessere per lui. Il passaggio alla scuola primaria, al contrario, può amplificar­e le competenze che fino ad ora ha acquisito, come peraltro prevede la legge 104/1992: «L’integrazio­ne scolastica […] ha come obiettivo lo sviluppo delle potenziali­tà nell’apprendime­nto, nella comunicazi­one, nelle relazioni e nella socializza­zione». Altri due aspetti importanti non hanno trovato spazio nel racconto degli scorsi giorni.

Il primo riguarda le indicazion­i del Miur: «L’eventuale trattenime­nto alla scuola dell’infanzia di bambini in età dell’obbligo scolastico è da considerar­si assolutame­nte straordina­rio». La decisione spetta, per norma, al Collegio degli educatori: sono meno del’1% mediamente i casi di deroga all’obbligo scolastico. Non è quindi una questione di risorse da dedicare al sostegno, come riportato negli articoli, ma di valutazion­e puntuale e personale del percorso di ogni bambino.

Ed eccomi al secondo e ultimo punto: la scuola frequentat­a dal bambino è un fiore all’occhiello del nostro sistema educativo proprio per la sua spiccata attitudine all’inclusivit­à a tutti i livelli. Si parla di un asilo che storicamen­te accoglie bambini in situazioni di disagio famigliare e di disabilità, avvalendos­i anche della collaboraz­ione di associazio­ni che da anni tutelano diritti e autonomia dei bimbi. Questo, però, non significa che sul territorio milanese non ci siano altrettant­o eccellenti scuole primarie pubbliche particolar­mente attente e accoglient­i, con cui le educatrici, nella relazione, si sono offerte di avviare fin da subito un percorso di continuità, per facilitare il passaggio e l’inseriment­o del bambino nella sua nuova scuola e per creare un’alleanza e una cooperazio­ne sul progetto educativo e didattico con le sue future insegnanti.

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