Il campus Expo in stile Ca’ Granda
Piazza e cinque chiostri per la Statale che si trasferirà da Città Studi Affitto da 7,7 milioni per 27 anni nel progetto riservato di Lendlease
Cinque edifici in mattoncini rossi disposti a corte. Una grande piazza simile al cortile d’onore di via Festa del Perdono. Una piattaforma centrale ad uso di tutte le facoltà scientifiche con laboratori trasparenti, a mo’ di vetrina dove mostrare le nuove ricerche dell’università alla citt adinanz a ( l i v ing l ab) . Un’infilata di chiostri dedicati a studio e svago vicino agli spazi didattici; più formali dove sorge la biblioteca e l’auditorium; più espositivi nella zona dove si trovano i laboratori e i dipartimenti. Con i tetti che, collegati da un sistema di ponti, saranno un’altra piazza riservata agli studenti dove potranno incontrarsi o rilassarsi.
Spirito antico
Il campus scientifico della Statale sull’area Expo s’ispira alla Ca’ Granda. Così lo propone almeno Lendlease, il colosso australiano vincitore della gara per costruire sui terreni che hanno ospitato l’Esposizione 2015 e che si occuperà per 99 anni del relativo business. Verosimilmente entro l’inizio dell’estate l’ateneo deciderà se affidare la realizzazione del campus scientifico a Lendlease oppure se procedere con un appalto tradizionale: gli uffici stanno esaminando le carte per scegliere la soluzione più vantaggiosa sia per i costi sia per la garanzia dei tempi di compimento dell’opera. Nei documenti riservati che il Corriere ha potuto consultare emergono per la prima volta i dettagli del progetto proposto dalla società e le condizioni che pone per cofinanziare l’opera; l’alternativa è percorrere la strada di un prestito della Banca europea per gli investimenti (Bei) e procedere con una gara tradizionale su ampia scala.
Il trasloco delle facoltà In gioco c’è il trasferimento delle facoltà scientifiche oggi ospitate a Città Studi: Bioscienze, Chimica, Medicina, Matematica, Agraria, Scienze e politiche ambientali, Nutrizione, Fisica, Scienze della terra e Informatica. L’idea del rettore uscente Gianluca Vago risale al 2015, la sua proposta è stata avallata da Cda e Senato accademico lo scorso 6 marzo (25 a favore e 7 contra- ri). In base alle ultime stime (già ritoccate più volte nel corso dei mesi), la realizzazione del campus vale complessivamente 318 milioni di euro. Lendlease è pronta a sostenere il 51% dei costi di costruzione pari a 134 milioni; il 49% (129 milioni) è coperto dai fondi pubblici stanziati con il Patto per la Lombardia. L’ateneo dovrà spendere, poi, altri 55 milioni per le attrezzature. In cambio del co-finanziamento delle spese la Statale dovrà impegnarsi a pagare un affitto di 7,7 milioni per 27 anni, più altri 7,5 come canone per i servizi e altri 3,7 per la fornitura dell’energia. Complessivamente si tratta di uscite per quasi 19 milioni di euro per 27 anni: «La stessa cifra — vanno ripetendo i vertici dell’atenea di via Festa del Perdono — che oggi sborsiamo per le spese di Città Studi, dove gli edifici sono fatiscenti e troppo sparpagliati».
Il cronoprogramma
Lendlease spiega: « La Ca’ Granda, sede principale dell’università dal 1958, è tuttora usata dalle facoltà umanistiche. Anche nel progetto per il nuovo campus le corti costituiranno il cuore degli edifici destinati ad ospitare le facoltà scientifiche. Il modello è il living lab, ossia l’integrazione della comunità scientifica e di quella locale. Anche i residenti del quartiere potranno accedere ai servizi nelle corti come ristoranti e caffetterie e a quegli spazi universitari con funzioni e interesse pubblico. Ma soprattutto si auspica che negli spazi si incontrino con facilità la ricerca e le imprese». Il cronoprogramma proposto è di 36 mesi di lavori. Ora l’ultima parola spetta alla Statale, in concomitanza del voto per il nuovo rettore (primo turno il 13 e 14 giugno).