«Arexpo, utili dal 2018» Sì al piano di Lendlease: i canoni entrano in cassa
Pirellone, il pasticcio delle delibere sul sistema di regole
«Una perdita netta di 10,4 milioni di euro; ma la prospettiva di conti in utile prevista per il 2018». Così chiude il bilancio di Arexpo, la società pubblica proprietaria dei terreni che hanno ospitato l’Esposizione universale e dov’è prevista la nascita del Parco della scienza. I conti sono stati approvati ieri dall’assemblea dei soci, partecipata per il 39% dal ministero dell’Economia, per il 21% ciascuno da Regione Lombardia e dal Comune di Milano, per il 16,8% da Fondazione Fiera, e per il resto da Città metropolitana e Comune di Rho.
Contestualmente è stato dato anche il via libera al masterplan, ossia al progetto di sviluppo dell’area: un passaggio atteso e formale, ma importante perché permetterà ai Comuni di Milano e Rho di approvare a loro volta entro l’autunno il piano urbanistico (Pii) ed entrare nella fase più operativa con le multinazionali interessate a trasferirsi. Sull’area da un milione di metri quadrati sono destinati a sorgere i quartieri generali di farmaceutiche e centri di biotecnologie; che si aggiungeranno all’Human Technopole (voluto dal governo Renzi), all’ortopedico Galeazzi e al campus scientifico della Statale.
Con il 2018, dunque, Arexpo potrà mirare a portare i conti in attivo: Lendlease paga un canone annuo di un milione di euro (che arriveranno a 7,2 nel giro di dieci anni). «Abbiamo fatto un ulteriore passo avanti», esulta Giuseppe Bonomi, amministratore delegato di Arexpo.
Ma intanto — proprio su Arexpo e Bonomi — spunta il pasticcio delle delibere societarie approvate dal Pirellone. Stesso giorno (16 aprile), stessa società (Arexpo), due provvedimenti che si susseguono a stretto giro: uno è il numero XI/19, l’altro XI/29. Con il primo la Regione decide di pagare ad Arexpo 21.500 euro per farsi conservare in un magazzino i tablet rimasti dal referendum sull’autonomia e motiva la scelta con queste parole: «Arexpo, visti gli allegati A1 e A2 della legge 30 del 2016, fa parte del sistema regionale». Ma poche delibere dopo, sempre il Pirellone decide di sfilare Arexpo dal sistema regionale, facendo cadere così l’incompatibilità di Bonomi a essere nominato anche in Ferrovie Nord Milano. Monica Forte, M5S, annuncia un question time: «È scandaloso usare le aziende pubbliche a proprio piacimento per interessi che nulla hanno a che vedere con le esigenze dei cittadini».