CANI E PADRONI AL PARCO LA DEMOCRAZIA DELLE AMICIZIE
Caro Schiavi, sul Corriere del Primo maggio, Valeria e le mamme di Porta Nuova esprimevano il loro rammarico per la prossima chiusura dell’area verde destinata ai giochi dei bambini e di quella confinante, ma separata, destinata ai cani. Una ventina di anni fa in quella zona esisteva già una strana area cani, dotata di una piccola collinetta. Io la frequentavo con il mio Lucky, meticcio di grandi dimensioni e di indole amabile. Lucky divenne grande amico di un pastore bernese altrettanto grosso, mite e cordiale. Mentre i cani giocavano gli accompagnatori umani chiacchieravano.
L’accompagnatore del bernese mi raccontò in modo molto succinto di abitare in zona e di lavorare per il Corriere della Sera, ma in modo tanto informale da farmelo sembrare un collaboratore occasionale. Entrambi eravamo vestiti da zona cani, in un modo relativamente cittadino, lui più di me, comunque con berretti per proteggerci dal freddo e assolutamente irriconoscibili. Dopo non molto le mie frequentazioni finirono perché riuscii a trovare per Lucky una sistemazione più adatta alle sue dimensioni. Fu solo in seguito che riconobbi nel mio compagno accompagnatore di cani Piero Ostellino, che infatti, dopo parecchi anni, alla fine di un suo articolo annunciò con dolore la morte del suo amico elvetico a quattro zampe. Ho voluto ricordare questa mia esperienza in una zona cani milanese, poiché alcune volte si tende a sottovalutare l’importanza di queste isole di serenità per i nostri amici a quattro zampe e anche per noi, a prescindere da diversità di età, cultura e situazione sociale. Mi piace immaginare che, se fosse ancora tra noi, Piero Ostellino sarebbe stato dalla parte delle mamme di Porta Nuova e forse avrebbe messo la sua penna al loro fianco...
Caro Arioli, la casualità è una componente fondamentale della vita e lei ha potuto verificare quante combinazioni insolite o inaspettate offre la compagnia di un cane: per esempio la trasformazione di un non luogo in uno spazio di incontri e relazioni. Tra i ricordi più cari di Piero Ostellino, grande giornalista e direttore del Corriere, c’era la passeggiata mattutina con il suo cagnone, credo si chiamasse Nicevò, nome russo, dal Paese dove Ostellino era stato uno storico corrispondente. Quanto alle campagne civiche, certo che sarebbe stato dalla parte di Valeria: da liberale lui si batteva per i diritti di tutti e in particolare del cittadino.