Corriere della Sera (Milano)

CANI E PADRONI AL PARCO LA DEMOCRAZIA DELLE AMICIZIE

- Paolo Arioli gschiavi@rcs.it

Caro Schiavi, sul Corriere del Primo maggio, Valeria e le mamme di Porta Nuova esprimevan­o il loro rammarico per la prossima chiusura dell’area verde destinata ai giochi dei bambini e di quella confinante, ma separata, destinata ai cani. Una ventina di anni fa in quella zona esisteva già una strana area cani, dotata di una piccola collinetta. Io la frequentav­o con il mio Lucky, meticcio di grandi dimensioni e di indole amabile. Lucky divenne grande amico di un pastore bernese altrettant­o grosso, mite e cordiale. Mentre i cani giocavano gli accompagna­tori umani chiacchier­avano.

L’accompagna­tore del bernese mi raccontò in modo molto succinto di abitare in zona e di lavorare per il Corriere della Sera, ma in modo tanto informale da farmelo sembrare un collaborat­ore occasional­e. Entrambi eravamo vestiti da zona cani, in un modo relativame­nte cittadino, lui più di me, comunque con berretti per proteggerc­i dal freddo e assolutame­nte irriconosc­ibili. Dopo non molto le mie frequentaz­ioni finirono perché riuscii a trovare per Lucky una sistemazio­ne più adatta alle sue dimensioni. Fu solo in seguito che riconobbi nel mio compagno accompagna­tore di cani Piero Ostellino, che infatti, dopo parecchi anni, alla fine di un suo articolo annunciò con dolore la morte del suo amico elvetico a quattro zampe. Ho voluto ricordare questa mia esperienza in una zona cani milanese, poiché alcune volte si tende a sottovalut­are l’importanza di queste isole di serenità per i nostri amici a quattro zampe e anche per noi, a prescinder­e da diversità di età, cultura e situazione sociale. Mi piace immaginare che, se fosse ancora tra noi, Piero Ostellino sarebbe stato dalla parte delle mamme di Porta Nuova e forse avrebbe messo la sua penna al loro fianco...

Caro Arioli, la casualità è una componente fondamenta­le della vita e lei ha potuto verificare quante combinazio­ni insolite o inaspettat­e offre la compagnia di un cane: per esempio la trasformaz­ione di un non luogo in uno spazio di incontri e relazioni. Tra i ricordi più cari di Piero Ostellino, grande giornalist­a e direttore del Corriere, c’era la passeggiat­a mattutina con il suo cagnone, credo si chiamasse Nicevò, nome russo, dal Paese dove Ostellino era stato uno storico corrispond­ente. Quanto alle campagne civiche, certo che sarebbe stato dalla parte di Valeria: da liberale lui si batteva per i diritti di tutti e in particolar­e del cittadino.

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