Il gioco divertente delle «Relazioni»
Il romanzo epistolare «polifonico» «Le relazioni pericolose» di De Laclos del 1782 è il ritratto di un’aristocrazia così corrotta da non potersi rigenerare dal suo interno. Pochi anni, 1789, e ci penserà la rivoluzione. Protagonisti sono la marchesa di Merteuil e il conte di Valmont, libertini annoiati che si sentono vivi solo quando seducono le loro vittime e poi le abbandonano con soddisfatto cinismo. Passano di gioco in gioco, triturano giovinette e fedelissime mogli; a condurli, più che il godimento sessuale, è l’esercizio incondizionato di una perversa volontà di dominio. Le Belle Bandiere portano in scena il romanzo con l’equilibrata elaborazione drammaturgica di Elena Bucci e Marco Sgrosso, registi e protagonisti con Gaetano Colella, nei panni di Laclos e di altri «corrispondenti» (al Parenti, fino al 13). Sul palco gli attori armati di penne d’oca scrivono, narrano e vivono, quasi fossero soggetti di dipinti usciti da un quadro per ricomporne altri. E ben si manifesta nella corsa della Marchesa e del Conte un rito impudico e perverso, giocato a colpi di logica, colto, acuto, un «libertinismo dello spirito». Bravi nel disegnare i personaggi, divertiti nel gioco, fantasmi crudeli del rito sempre verde della manipolazione, seduzione e potere.