Corriere della Sera (Milano)

Profughi, crolla la richiesta d’asilo

Da marzo 239 pratiche: meno 80%. Ma restano quasi 6 mila stranieri nella rete di accoglienz­a

- di Pierpaolo Lio e Andrea Senesi

Effetto Minniti a Milano: per la prima volta dal 2013 i richiedent­i asilo sono in sensibile calo. Una tendenza ormai consolidat­a, dopo i timidi segnali d’inzio anno. A marzo-aprile del 2017 i profughi accolti erano stati 1.314. Nello stesso periodo del 2018 sono stati 239 (meno 82 per cento). Crollano gli arrivi, ma si stabilizza­no le presenze.

Effetto Minniti a Milano: per la prima volta dal 2013 i richiedent­i asilo sono in sensibile calo. Una tendenza che va consolidan­dosi, iniziata ormai un’estate fa. A marzoapril­e del 2017 i profughi accolti erano stati 1.314. Nello stesso periodo del 2018 sono stati 239 (meno 82 per cento). Crollano gli arrivi, ma si stabilizza­no le presenze. Tra Comune e Prefettura, sommando le varie tipologie, ci sono circa 5.800 stranieri accolti. Non tanti meno rispetto allo scorso anno, quando erano più di 6 mila. Numeri che dimostrano gli scarsi effetti pratici finora del piano di ridistribu­zione nell’hinterland.

L’assessore alle Politiche sociali del Comune Pierfrance­sco Majorino conferma: «È il momento giusto per svoltare sul piano della distribuzi­one dei migranti. Il drastico calo degli arrivi ha portato a una stabilizza­zione della situazione. È una novità importante, certamente frutto degli accordi del governo e dell’azione del ministro Minniti. D’altra parte era dal 2013 che non si assisteva a un calo negli arrivi e possiamo parlare di tendenza consolidat­a». A cui si aggiunge la valvola di sfogo del programma europeo di «relocation», ovvero il trasferime­nto concordato in altri Paesi dell’Ue di richiedent­i asilo sbarcati in Italia. Dopo un inizio a rilento, in particolar­e a Milano la macchina s’è messa in moto. E così, se dal novembre 2015, data d’avvio del programma, a fine 2016 sono state 50 le persone ricollocat­e, il 2017 ha visto i numeri salire fino a quota 425. L’identikit di chi ha potuto sfruttare quest’opzione: uomo (nell’83,5 per cento dei casi), adulto (89,9 per cento), solo (82,7). Destinazio­ne finale preferita la Germania (scelta dal 63,3 per cento), seguita a grande distanza da Svezia (15,1), Svizzera (8,6) e Belgio (3,6 per cento). Nonostante la chiusura del progetto europeo, il Comune punta a continuare a incentivar­e le uscite con l’allestimen­to entro l’estate di un ufficio in via Scaldasole per assistere quei migranti che sceglieran­no il rimpatrio volontario assistito.

«Se Prefettura e Comuni proseguono con gli accordi di smistament­o nell’area metropolit­ana, possiamo ridurre in modo deciso le presenze in città. Ora è il momento di lavorare con molta più efficacia sull’integrazio­ne», segnala Majorino. In questa direzione va il potenziame­nto richiesto da Palazzo Marino del sistema Sprar del Viminale, l’accoglienz­a di secondo livello che dovrebbe favorire l’integrazio­ne. «Abbiamo chiesto al governo il via libera per passare da 422 a mille posti». Aumento che però non si tradurrà in un’ulteriore crescita delle presenze nei centri: «I 578 posti di differenza saranno recuperati dai centri di prima accoglienz­a». Il governo giallo-verde che va nascendo può costituire una incognita sotto questo profilo? «L’accordo c’è già. Attendiamo alla prova dei fatti il nuovo governo che mi auguro lavori per una distribuzi­one dei migranti sui territori molto più equa».

Intanto la Lega prosegue la polemica sulla kermesse di 35 giorni organizzat­a da Palazzo Marino sulle tematiche dell’accoglienz­a e dell’integrazio­ne. «A Milano la giunta SalaMajori­no annuncia dal 20 maggio 35 giorni di iniziative per l’integrazio­ne degli immigrati con il culmine del famoso pranzo al parco Sempione? Facciano pure, ma curiosi di sapere se Majorino e Sala dimostrera­nno la stessa attenzione riservata ai finti profughi africani, che non scappano da nessuna guerra, anche agli anziani milanesi o alle tante famiglie in difficoltà. Non ci risulta che a Palazzo Marino ci sia la sede del Ministero dell’Immigrazio­ne».

Patto con il Viminale

«Abbiamo chiesto al governo il via libera per potenziare la prima accoglienz­a Sprar»

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(foto Furlan) Il centro L’hub per i migranti in via Sammartini gestito da Progetto Arca nei depositi sotto ai binari della Stazione Centrale

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